Roma. In in un chilometro, inizio e fine. E’ partito tutto dal Piper una sera d’Aprile. Si è fermato qui, mille metri dopo, a via Nizza, il museo d’Arte Contemporanea. Di strada i Pink Floyd dal 1968 ne hanno percorsa molta di più.
A cinquant’anni dalla loro nascita, il MACRO celebra i successi di una delle band britanniche più irriverenti del panorama musicale mondiale, con la mostra The Pink Floyd exhibition: their mortal Remains.
Questa volta la giunta capitolina sale sul podio con un oro: A Roma si tiene la prima tappa internazionale della mostra, dopo il successo al Victoria ad Albert Museum di Londra che ha registrato più di 400 000 presenze. Dietro il “viaggio audiovisivo” nei 50 anni di carriera dei Pink Floyd, c’è l’idea di Storm Thorgerson e Aubrey ‘Po’ Powell di Hipgnosis, che hanno lavorato in stretta collaborazione con Nick Mason (consulente della mostra per conto dei Pink Floyd).
La coppia Storm- Aubrey per la band britannica non è certo una novità :era il lontano 1967 quando i due artisti furono contattati dai loro amici nei Pink Floyd con la richiesta di disegnare la copertina del secondo album del gruppo, A Saucerful of Secrets. E da allora gli incarichi per loro, non sono più finiti.
La festa dei sensi che sono riusciti a dispiegare nel Macro è concepita attraverso un percorso espositivo che conduce il visitatore seguendo un ordine cronologico anche se le vere guide sono la musica e le voci dei membri passati e presenti dei Pink Floyd, tra cui Syd Barrett, Roger Waters, Richard Wright, Nick Mason e David Gilmour.
Il momento culminante è la Performance Zone: i visitatori entrano in uno spazio audiovisivo immersivo, che comprende la ricreazione dell’ultimo concerto dei quattro membri della band al Live 8 del 2005 con Comfortably Numb, appositamente mixata con l’avanguardistica tecnologia audio AMBEO 3D della Sennheiser, oltre al video, in esclusiva per Roma, di One Of These Days, tratto dalla storica esibizione del gruppo a Pompei.
Alla presentazione della mostra, lo scorso 29 Novembre Mason vicino al Vicesindaco Bergamo, ha ricordato scherzando gli inizi del Piper. Oltre i successi, la mostra si propone di celebrare il ruolo della band nel cruciale passaggio culturale dagli anni sessanta in poi. In questi anni i Pink Floyd divennero esponenti di spicco del movimento psichedelico che cambiò per sempre l’idea della musica in quegli anni.
Grazie allo stretto stretto legame personale con creativi, come il moderno surrealista e collaboratore di lunga data Storm Thorgerson, l’illustratore satirico Gerald Scarfe e il pioniere dell’illuminazione psichedelica Peter Wynne-Wilson, i Pink Floyd hanno hanno prodotto alcune delle immagini più leggendarie della cultura pop, a partire dalle mucche al prisma di The Dark Side of the Moon, fino al maiale rosa sopra la Battersea Power Station e ai “Marching Hammers.