“Se pratico il lusso, non posso predicare il risparmio. E’ una questione di leadership” amava dire a chi lo incalzava sul suo tenore di vita dimesso.
D’altronde a non conoscerlo, lo si sarebbe preso per un placido anziano. Con indosso occhiali anni 70′ e al volante della sua Volvo, amava andarsene per mercati, si, ma solo di pomeriggio quando sapeva di trovare i prezzi più bassi.
Eppure quell’uomo riservato e parco, oggi lascia ai suoi eredi un patrimonio di 38 miliardi di euro. Si è spento così a 91 anni, nella casa in Svezia dove viveva insieme con la moglie Margaretha Ingvar Kamrad, fondatore dell’Ikea, la multinazionale che ha rivoluzionato il concept del mobile.
Iniziò a costruire il suo business fin da ragazzo, vendendo fiammiferi ai vicini di casa. Scoprì poi che poteva acquistare i fiammiferi ad un prezzo molto basso presso un fornitore di Stoccolma, in modo da poter trarre maggior profitto nella vendita e abbassando leggermente i prezzi. Dai fiammiferi, si espanse vendendo pesce, decorazioni per alberi di Natale, semenze da giardino e successivamente penne a sfera e matite.
Quando compì 17 anni suo padre gli donò dei soldi per premiarlo dei buoni risultati che aveva ottenuto attraverso lo studio. Kamprad li usò per costruire uno stabilimento, che chiamò IKEA aggiungendo alle iniziali del suo nome (Ingvar Kamprad), le prime lettere del luogo dove era cresciuto e del paese natio.
Da una scatola di fiammiferi a 190.000 dipendenti dislocati in tutto il mondo, il salto è tutt’altro che breve, ma l’umiltà e la semplicità di Kramprad hanno giocato a suo favore. Nel 2012 ha lasciato la guida dell’azienda ai tre figli, pur mantenendo comunque un ‘piede’ all’interno.
Il re dei mobili non ha avuto paura di far i conti più volte con chi gli ricordasse il suo passato legame con il movimento giovanile nazista stigmatizzandolo come “la follia della giovinezza”. L’unica vera grana per lui fu l’alcool, dipendenza che confessò lui stesso alcune interviste.
Il giro di affari per Ikea rimane stabile ed in crescita, ma indicabile resterà il genio che rese possibile successo. Raccontano che una volta ebbe difficoltà’ ad entrare ad una serata di gala nel corso della quale doveva ricevere un prestigioso premio come ”businessman dell’anno” perché le guardie del corpo lo hanno visto arrivare in autobus.
C’è chi lo vedeva in metro e chi racconta di aver scaricato dopo molti anni il parrucchiere di fiducia quando ne aveva trovato un altro che gli fa lo stesso servizio di barba e capelli ad un prezzo più’ conveniente, circa 7,5 euro.
Valentina Pigliautile