«Non calano le “proposte indecenti” che, dall’ultima indagine dell’Istat di qualche giorno fa, ci dimostrano come attualmente sono 9 milioni le donne che hanno subito approcci indesiderati, mentre le denunce che ne conseguono sono purtroppo sempre molto poche. Donne che vivono come ostaggio dei propri uomini, dei capi, dei compagni di scuola, dei professori, dei colleghi, dal web. E tocca a 4 donne su 10 subire la molestia, il disagio e la paura che ne consegue in una età compresa tra i 14 e i 65 anni. In questo studio appare evidente anche un altro dato che per la prima volta riguarda il mondo maschile: anche loro subiscono molestie e soprattutto da altri uomini.
Sulla questione femminile i dati parlano chiaro: 4 su 10 le donne che hanno subito almeno una molestia sessuale nel corso della loro vita; 1,6 milioni di donne a cui è toccato subire questa violenza quando erano minorenni; 90% di uomini tra coloro che compiono molestie (sia sulle femmine che sui maschi); 32,4% le vittime che subiscono ricatti ogni giorno o più volte alla settimana. Ad 1 ,5 milioni di donne questo succede sul lavoro ; 8 milioni 816 mila (43,6%) le donne che hanno subito qualche forma di molestia e si stima che siano 3 milioni 118 mila (15,4%) quelle che le hanno subite negli ultimi 3 anni. Ricordiamo che nel biennio 2008-2009 le vittime sono state 3 milioni 778 mila ( 18,7%), mentre nel biennio 2015-2016 sono scese a 2 milioni578 mila (12,8%), segno che l’attenzione mediatica crescente rispetto a questo tema ha aumentato la consapevolezza nella società. I numeri rimangono comunque drammatici e il fenomeno è innegabile considerando che le forme più gravi di violenza (femminicidi, stupri, ricatti sessuali) restano inchiodati nel tempo, anzi sono addirittura in lieve aumento.
Il report dell’Istat parla chiaro. Il dato sui ricatti sessuali per ottenere un posto di lavoro, mantenerlo o per avere una promozione coinvolge più di 1 milione di dipendenti. Un fenomeno emergente e che viene messo bene in luce da questo studio è il pedinamento ed i commenti sessuali sui social: 2 donne su 10 sono state “braccate” per strada da ignoti o compagni. C’è poi l’emergenza minorenni che appare la più a rischio assieme all’incubo lavoro dove la molestia fisica, verbale e addirittura il ricatto viene praticata soprattutto negli stessi luoghi di lavoro ( nel 32,4% dei casi questo tipo di ricatto viene ripetuto quotidianamente o più volte a settimana). Il fenomeno delle molestie sul web, poi, sta aumentando proporzionalmente alla presenza degli italiani che si connettono alla rete. Emerge tra l’altro che nel corso della propria vita il 6,8% delle donne ha subito proposte inappropriate o commenti osceni o maligni sul proprio conto. Un altro dato allarmante che viene elaborato dal centro di ricerche dell’Istat riguarda quello dei pedinamenti: oltre il 24 % dei casi riguarda commenti a sfondo sessuale. Ciò significa che 2 donne su 10, oltre al resto , deve subire anche quello di essere braccata per strada. Da questa ricerca emerge inoltre anche un altro dato allarmante per l’ Italia: sono vittime anche gli uomini e in 8 casi su 10 risultano esserlo di altri uomini.
Altro dato che appare drammaticamente in aumento è quello dei giovanissimi, soprattutto minori. Più a rischio risultano le persone tra i 14 e 24 anni. Anche in questo caso risultano pochissime le denunce (solo il 62,1% dei maschi e il 42,7% delle donne vittime di abusi sessuali si rivolgono alla legge) e anche in questo caso non ne parlano con nessuno. La violenza sui giovani si verifica una sola volta nella vita su 6 casi su 10, ma per circa un quarto delle vittime si sono ripetute da 2 a 5 volte nell’età adolescenziale .
Purtroppo però nell’80,9% dei casi le vittime non ne hanno parlato con nessuno né tanto meno sullo stesso posto di lavoro per paura, vergogna ma anche perché non esistendo una vera prevenzione non si sa a chi rivolgersi. Le denunce , poi, degli accaduti sui posti di lavoro alla forza dell’ordine sono state ridottissime (0,7%). Ecco allora che la presa di coscienza mondiale del problema delle molestie portato alla ribalta dal movimento metoo, secondo la sociologa Sabbatini, “porterà nei prossimi anni ad un flessione ulteriore di questi dati da guerra e ad un aumento delle denunce”.
Per finire va ricordato che secondo l’Osservatorio nazionale mobbing in Italia tra il 2013 e il 2015 sono state licenziate o costrette a dimettersi o licenziarsi 800 mila donne, di cui 350 mila discriminate perché incinte o perché bisognose dei tempi di conciliazione per esigenze familiari, mentre continuano a proliferare le offerte di lavoro che selezionano in base allo stato civile o peggio ancora alla volontà o meno di diventare madri; permane lo sfruttamento di esodate che vivono dei guadagni fatti sulla strada, senza alcuna protezione legale. Le donne, però, fortunatamente ora non si sentono più sole.
Noi della Rete continueremo a chiedere rispetto e dignità per tutte e tutti, diritti ed eguaglianza di genere. In concreto va detto che si sta lavorando ad una misura d’azione nazionale che finalmente definisca questa criticità tutta italiana (a ciò va aggiunto il decreto attuativo riguardante sgravi contributivi per l’assunzione delle donne vittime di violenza). Un provvedimento, questo, che ci vede in campo e che deve essere esteso a tutti i settori produttivi a cui andrà affiancata una seria alleanza tra istituzioni, imprese, sindacati, mondo della scuola e dell’informazione».
Giuseppina Bonaviri