A Torino, decine di bambini egiziani ieri han cantato l’inno di Mameli e ripetuto a gran voce lo slogan “Egitto e Italia sempre uniti” davanti al Museo Egizio, a un presidio organizzato dalla comunità araba. Con le loro insegnanti, e insieme anche ad associazioni italiane, hanno manifestato in difesa del direttore, Christian Greco, che lo scorso anno li aveva coinvolti in un progetto artistico e che giorni fa, com’è noto, è stato al centro di polemiche per l’iniziativa promozionale a favore dei visitatori del museo parlanti lingua araba.
All’indomani della manifestazione, le comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e il movimento internazionale Transculturale Interprofessionale “Uniti per Unire”, con le associazioni e comunità aderenti, lanciano un “Patto Culturale”: “nel rispetto di tutte le culture, e rispettando il principio dei diritti e doveri, le diversità e la Costituzione italiana, prima di tutto, visto che siamo tutti italiani con origini e culture diverse”, dichiara Foad Aodi, Fondatore delle Co-mai e di Uniti per Unire. “Per questo, più di 100 piccoli “Faraoni” han cantato l’inno italiano: per esprimere solidarietà al Direttore Greco e difendere la cultura italiana, araba e di tutte le civiltà da chi sino a qualche settimana fa non ha mai fatto dichiarazioni riguardo la cultura e ha utilizzato l’iniziativa del Direttore dell’ “Egizio” solo a fini elettorali”.
All’indomani della manifestazione, le comunità del mondo arabo in Italia (Co-mai) e il movimento internazionale Transculturale Interprofessionale “Uniti per Unire”, con le associazioni e comunità aderenti, lanciano un “Patto Culturale”: “nel rispetto di tutte le culture, e rispettando il principio dei diritti e doveri, le diversità e la Costituzione italiana, prima di tutto, visto che siamo tutti italiani con origini e culture diverse”, dichiara Foad Aodi, Fondatore delle Co-mai e di Uniti per Unire. “Per questo, più di 100 piccoli “Faraoni” han cantato l’inno italiano: per esprimere solidarietà al Direttore Greco e difendere la cultura italiana, araba e di tutte le civiltà da chi sino a qualche settimana fa non ha mai fatto dichiarazioni riguardo la cultura e ha utilizzato l’iniziativa del Direttore dell’ “Egizio” solo a fini elettorali”.
“Ringraziamo tutte le comunità e associazioni, d’ origine straniera e italiane, che stanno esprimendo solidarietà al Direttore del Museo e agli arabi italiani: tirati in ballo dai politicanti delle strumentalizzazioni politiche, che senza di esse non avrebbero alcuna visibilità né possibilità di carriera”, concludono Aodi e Amir Yuones, coordinatore regionale in Piemonte delle Co-mai e Responsabile della Scuola Araba “il Nilo” di Torino (che i bambini frequentano in aggiunta a quella italiana, conseguendo licenze delle scuole dell’obbligo valide in Egitto).
Fabrizio Federici