Roma. Li chiamano i ragazzi del Piccolo Cinema America. Quel cinema che hanno prima occupato e poi portato nelle piazze. Quel cinema tra cielo e terra capace di attrarre nella Capitale 100 000 spettatori nelle ultime tre estati e rianimare Piazza San Cosimato, uno dei quartieri più degradati del centro storico. Il Ministero dei Beni Culturali e delle Attività Culturali ha concesso loro in passato la tutela del Festival Rione del Cinema, mentre un bando pubblico, la gestione della Sala Troisi per attività culturali in ambito cinematografico. Li chiamano i ragazzi del Piccolo cinema America, ma la giunta capitolina sembra voler fare a meno di loro.
“Oggi il vicesindaco Luca Bergamo ha assassinato e concluso l’esperienza del Cinema in Piazza San Cosimato” recita il comunicato del 1 febbraio pubblicato dai giovani dell’associazione culturale. Il vicesindaco infatti durante un’intervista a Repubblica ha annunciato che il Festival tenuto dai giovani da tre anni a questa parte, dovrà concorrere al bando insieme con altre iniziative per aggiudicarsi un posto nell’Estate Romana, con il rischio di essere ridimensionato da 7 a 5 giorni.
Come ogni primo atto di una tragicommedia che si rispetti, intorno a questa faccenda si sono aggrovigliati fin da subito perplessità e critiche. D’altronde Luca Bergamo, famoso per il progetto “Enzimi”, aveva patrocinato l’evento in passato riconoscendone l’enorme valore per la città e quando il Gabinetto del Sindaco aveva provato a negare la piazza ai ragazzi la scorsa estate, aveva chiamato gli organizzatori chiedendo di non attaccarlo sulla stampa per ben tre giorni, tempo necessario per risolvere la questione.
Il M5s non si è espresso in merito alle accuse di un possibile coinvolgimento nel retrofront della giunta, della consigliera grillina Gemma Guerrini che abita in piazza e da sempre si mobilita contro ogni sorta di mobilitazione. Al contrario ha mostrato di volere far solamente rispettare le regole: eventi pubblici solo tramite bandi. Ma se prima l’affidamento della piazza è avvenuto nel rispetto della legge – si chiedono molti – da tale bando possono essere esclusi, a discrezione dell’amministrazione, eventi che rispettino esclusivamente le norme di occupazione momentanea di suolo pubblico. Insomma si tratta di una questione di priorità della giunta piuttosto che un problema di cavilli burocratici e legalità.
Ma facciamo un passo avanti, esattamente al secondo comunicato pubblicato dai ragazzi del Piccolo Cinema America. Si parla all’interno di un comitato “San Cosimato” schierato contro la realizzazione della manifestazione per la sua intera durata con presidente, rappresentante legale e fondatrice, Luana Piastra residente a 600 metri da piazza San Cosimato.
Ma come avviene sempre in teatro al terzo atto della storia è lasciata la svolta: la conferenza stampa tenuta dai ragazzi lunedì 12 febbraio con la partecipazione del presidente della Regione Zingaretti, insieme con attori e registi. A sottoscrivere l’appello del Piccolo cinema America, nel rifiuto della decisione espressa da Bergamo:
Gianni Amelio, Francesca Archibugi, Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Luca Bigazzi, Alessandro Borghi, Nicoletta Braschi, Francesco Bruni, Beppe Caschetto, Ascanio Celestini, Cristina Comencini, Saverio Costanzo, Ivan Cotroneo, Edoardo De Angelis, Carlo Degli Esposti, Libero De Rienzo, Ivano De Matteo, Sabrina Ferilli, Anna Foglietta, Matteo Garrone, Paolo Genovese, Claudio Giovannesi, Nicola Giuliano, Roan Johnson, Gabriele Mainetti, Manetti Bros, Francesca Marciano, Mario Martone, Valerio Mastandrea, Edoardo Leo, Luigi Lo Cascio, Daniele Luchetti, Riccardo Milani, Gabriele Muccino, Rocco Papaleo, Nicola Piovani, Jacopo Quadri, Costanza Quatriglio, Ludovica Rampoldi, Marco Risi, Rita Rognoni, Alba Rohrwacher, Gianfranco Rosi, Matteo Rovere, Valia Santella, Toni Servillo, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore, Jasmine Trinca, Carlo Verdone, Sandro Veronesi, Giovanni Veronesi, Daniele Vicari, Paolo Virzì, Gianni Zanasi, Luca Zingaretti.
E se Bergamo risponde alle accuse di chi reclama a gran voce le sue dimissioni ribadendo l’apprezzamento da lui mai messo in discussione verso i giovani del Piccolo Cinema, più difficile è stato fare lo stesso per la vicepresidente M5s Commissione Cultura Gemma Guerrini che ha sostenuto:
“Cos’è infatti se non feticismo, la reiterata produzione, giorno dopo giorno, di vecchi film che hanno in comune soltanto il fatto di essere famosi?”.
L’epilogo tutto sommato per i giovani può dirsi felice: grazie alla solidarietà degli altri municipi il Piccolo Cinema America uscirà dalle piazze per invadere la periferia della capitale. Le location delle tre rassegne, lontane dai centri abitati e quindi senza alcuna necessità di deroghe per la concessione, saranno: il porto turistico di Roma ad Ostia, Monte Ciocci a Valle Aurelia ed il Casale della Cervelletta a Tor Sapienza. Tolta l’area riguardante il Porto Turistico di Roma, il progetto è stato immaginato in luoghi, e più in generale territori, dove l’amministrazione Capitolina e i Municipi di competenza non sono riusciti negli anni ad individuare soggetti in grado di poter realizzare progetti culturali, in special modo cinematografici, nei mesi di Giugno e Luglio, nonostante i contributi stanziati in relazione all’inclusione di queste aree nel bando annuale dell’Estate Romana.
La sindaca Raggi per il momento non si esprime: i ragazzi le hanno inviato anche un messaggio whatsapp ma questo è rimasto puntualmente senza risposta.
Per tutti quelli che hanno seguito gli sviluppi della vicenda, si tratta di un finale che lascia l’amaro in bocca e che incrina il ritratto di Roma: ma qui stavolta la politica c’entra poco. Perché una città che ambisca al ruolo di capitale, di centro politico, deve dimostrare di tenere alla medesima centralità anche in altri ambiti.
Sarebbe bello parlare di una Roma Capitale della cultura, crocevia di progetti e impulsi costruttivi, non la base da cui vengono promanate spinte centrifughe che disperdono talenti e buone idee ( una volta tanto che ci sono e che funzionano).
Non si tratta di politica ma di buon senso. Nel frattempo su San Cosimato si spengono i riflettori. Forse non è detta l’ultima per i ragazzi del Piccola Cinema America, quel cinema a cui la giunta capitolina “fece per viltade il gran rifiuto”.