“Si precipitò verso di lei, che, scortolo, così nero e gigantesco, con quegli occhi di fuoco e le mani protese ad artigliarla, fu colta dal terrore e fuggì leggera assieme alle compagne. Il dio dell’Ade, in due falcate le fu addosso e l’abbracciò voracemente e via col dolce peso; la pose sul cocchio…”
(Claudiano)
Quest’opera fu completata nel 1621 dal Bernini quando aveva solo 23 anni. Dimora attualmente alla Galleria Borghese di Roma.
La storia che ispirò il Bernini e quella di Proserpina (Persefone),figlia di Cerere e Giove, adorata come Dea della fertilità e si dice che sia responsabile del cambiamento delle stagioni.
Plutone (Hades) , che fu colpito da una delle frecce di Cupido, si innamorò perdutamente di lei e la rapì portandola con se nel mondo sotterraneo degli inferi per sposarla.Cerere preoccupata e affranta per la scomparsa dell’amata figlia, vagò sulla terra alla sua ricerca trasformando ,dal dolore, le terre coltivate in deserto dovunque andasse.
Allora Giove adirato, ordinò a Plutone di liberare sua figlia che poté però ritornare in superficie solo per sei mesi all’anno.La povera Cerere nell’attesa , faceva calare il freddo e il gelo per poi risvegliare la natura al ritorno della figlia sulla terra.
Ogni volta che Prosperina ritornava fra le braccia di sua madre, segnava l’inizio della primavera.