«Partendo dalle criticità di un territorio italiano fragile, per caratteristiche geologiche e soprattutto per l’incapacità della sua classe amministrativa, ci ritroviamo oggi a riproporre alle forze politiche disponibili, a partire dalla Regione Lazio, che si inizi a lavorare alla sottoscrizione di un accordo di partenariato su un argomento primario nel rispetto della salvaguardia del territorio italiano, delle sue attività produttive, della salute e della sicurezza dei suoi cittadini forti delle progettualità già attivate dall’Area Vasta Smart.
Pianificare una strategia economica basata sull’economia circolare per accelerare il potenziamento della cooperazione allo sviluppo sostenibile supportata anche dalla Commissione Europea tramite le attività di recupero degli entroterra degradati facilita il percorso che auspichiamo.
In queste ore si parla di Roma, come città degradata e allo sbando per buche, strade dissestate, ponti in procinto di crollare, interi quartieri abitativi a rischio crollo, discariche nel pieno tessuto urbano. Facciamo il punto grazie al lavoro della squadra dei tecnici della Rete La Fenice che da qualche giorno sta analizzando direttamente sul posto le criticità di Roma Capitale (li ringraziamo pubblicamente, intanto, per gli interventi urgenti e gratuiti che stanno affrontando).
Partiamo da alcuni fatti recenti. Nel passato mercoledì delle ceneri, 14 febbraio 2018, si assiste incredibilmente al crollo della palificata stradale nella zona Balduina che non solo trascina nel crollo autoveicoli e pali ma determina un rischio gravissimo per i fabbricati della zona. Questi avvenimenti accadono proprio dove Università qualificate come La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre potrebbero fornire indicazioni e consulenze tecniche scientifiche adeguate.
Passano pochi giorni e si continuano ad aprire altre voragini lungo il delicato suolo stradale della Capitale fino ad arrivare ieri, 22
marzo 2018, all’apertura di una profonda e larga voragine nella circonvallazione Appia. In questo desolante quadro urbano, non si tralasci il ponte della Magliana nel quartiere Eur dove al rischio di crollo si abbina una imponente discarica al piede dello stesso tanto da meritarle il soprannome di “ponte della monnezza”. E come non ricordare il quartiere Ostiense che presso un Monumento internazionale come la Basilica di S. Paolo, rinomata Abbazia Benedettina, IX Municipio vede intere palazzine affette da dissesti e crolli in atto, alcune delle quali già abbatutte? Quest’ultimo problema , risalente agli anni ‘50 degli abusi edilizi ,non è mai stato affrontato con onestà intellettuale e spirito costruttivo che va verso il bene comune che invece dovrebbe essere auspicato dai buoni governi succedutisi nella Capitale italiana.
Ovviamente questi esempi sono solo un piccolo campione di come la realtà nazionale sia ormai degradata ed ai minimi termini. Non ci resta che piangere? No, noi crediamo invece che bisogna rimboccarsi le maniche per attivare un processo di governance dal basso che solleciti, stimoli, obblighi chi governa regioni, città, paesi di entroterra a prendere provvedimenti seri ed urgenti.
La Rete La Fenice lo sta facendo da anni in provincia frusinate dove sono sin troppi gli esempi analoghi (frana del Viadotto Biondi ed aree limitrofe, discarica di Via Le Lame, inquinamento della Valle del Sacco, discarica al cromo esavalente presso il Comune di S. Vittore, inquinamento chimico batteriologico del Lago di Canterno, percolazione di rifiuti organici dalla conca di Campo Catino verso il Monte Vermicano, inquinamento del Fosso Mastro e dell’omonime grotte di Pastena, ecc ecc.).
Toccherà sempre a noi attivare un Piano di monitoraggio allargato a diverse Regioni e realtà perché la certezza scientifica entri a far parte della buona prassi pubblica».
Giuseppina Bonaviri