di Alberto Zei
Introduzione – Questo accorgimento tra le due tipologie di ricerca trae maggiore affinità paradossalmente nel presente, anziché nel passato quando il confini erano maggiormente avvolti da una nebulosa di mistero. Con l’avvento della fisica moderna dell’infinitamente piccolo, ossia, con la fisica quantistica, sono emerse delle circostanze che prescindevano dall’ oggettivo riscontro dei fatti, in quanto questi avvenivano non già in funzione delle loro conseguenze di carattere meccanico o deterministico, ma piuttosto in funzione delle intenzioni degli sperimentatori.
La cosa più sconcertante era che non si trattava soltanto delle azioni che questi mettevano in essere, ma anche delle loro stesse intenzioni di compierle, anche se poi desistevano.
Soprattutto all’inizio delle ricerche di fisica quantistica, accettare che gli eventi fossero influenzati dal pensiero degli sperimentatori non poteva essere accettato, se non da alcuni pionieri di questa nuova scienza con ragioni più o meno condivisibili dai colleghi più scettici.
C’era tra questi, come maggiore contestatore della realtà quantistica, Einstein che si contrapponeva razionalmente ad altri scienziati della sponda opposta, tra cui: Paoli, Heisenberg, Gedel, Schrödinger ed altri ancora.
Il tempo “galantuomo” – Ma con il passar del tempo, ovvero, con l’ approfondimento della ricerca della conoscenza, non fu Einstein ad avere ragione sugli scopritori di questo settore della fisica che dimostrarono, ognuno nel proprio tipico settore di ricerca, che la soggettività dell’osservazione dei fenomeni fisici aveva almeno pari rango su quella dell’oggettivo riscontro della realtà senza l’interferenza mentale dei protagonisti.
Potremmo continuare in questo astrattismo per meglio comprendere come la volontà o anche la sola consapevolezza, possa cambiare i risultati; ma come si dice a Roma: ”il meglio è nemico del bene”.
L’argomento che intendiamo trattare in questo articolo è quello di recente scoperta nella fisica quantistica che viene chiamato ”entanglement”, ossia: ”aggrovigliamento”. Si tratta di una branca della fisica ancora in studio per le prime applicazioni possibili che sembrano poter essere apportate all’informatica, ossia, ai computer a beneficio della rapidità di calcolo e quindi di risposta.”
”Entanglement” – Ritornando all’interno dell’ entanglement e alla sua definizione, potremmo dire che in prima approssimazione si tratta di un fenomeno che avviene ad una velocità superiore a quella della luce, che già per questa ragione, sarebbe contrario alle leggi fisiche dell’universo. Se poi si precisa che questa velocità è praticamente infinita, allora tutto avviene come se due eventi, come la trasmissione del segnale e la relativa ricezione, avvenissero in modo simultaneo.
La contemporaneità di risposta di due eventi nella nostra comune accezione, è ammessa solo se lo spazio che li separa è nullo; in quanto come tutti sappiamo, l’uomo per analogia, non potrà avventurarsi nel cosmo alla conquista degli altri mondi perché a prescindere da ogni altra difficoltà, per arrivare a qualche pianeta possibile intorno a noi, se anche il viaggio potesse avvenire alla velocità della luce, ossia a 300.000 km/s, il tempo necessario durerebbe nella migliore delle ipotesi, qualche migliaio di anni.
Contemporaneità degli eventi – L’ entanglement invece, è come se lo spazio tempo fosse nullo e tutto avvenisse come se la contemporaneità fosse la condizione dominante. Qualcuno potrebbe dire che anche il pensiero è contemporaneo; infatti, è ricorrente immaginarsi ad esempio, la luna piena o una notte stellata anche dal buio di una stanza. Ma un conto è il pensiero e un conto, sono gli eventi. Ma possiamo anche dire alla luce della conoscenza quantistica che anche gli eventi “ entangled” ossia, aggrovigliati, intricati, si manifestano nello stesso modo nell’immediatezza del reale. Questo è il principio fondamentale dell’ “entanglement”.
Prima di approfondire il grado di coinvolgimento, va detto che per quanto riguarda le particelle subatomiche all’interno appunto degli stessi atomi costituenti la materia, queste rimangano sincronizzate quando per qualche ragione che non stiamo qui a spiegare, entrano in contatto tra di loro. Si tratta di sincronismi di posizioni, di cariche elettriche o di spin, ossia, di verso di rotazione e come tali le particelle si comportano ovunque queste si trovino, nello stesso suo modo in simmetria tra di loro. Quindi se due o più corpuscoli particellari, dopo essersi aggrovigliati, si trovano i poli opposti della terra o dello spazio, ciò che avviene nell’uno in modo assolutamente simmetrico avviene nell’altro contemporaneamente.
Entanglement psichico – L’analogia dell’entanglement della fisica quantistica e il comportamento umano trova riscontro in quanto entrambi sono l’espressione comune delle medesime leggi fisiche dell’ universo.
Infatti, il concetto dell’entanglement nella fisica quantistica è ormai abbastanza noto; meno noto però è la sorprendente correlazione con quella sorta di interazione psichica o spirituale umana che accade ad esempio, quando due persone vengono emotivamente in contatto tra di loro.
E qui che scatta qualcosa che sempre ad esempio, due fratelli gemelli sono assai spesso legati agli stessi eventi a prescindere dalla distanza in cui si trovano tra di loro.
Oppure molto iù frequentemente, la coincidenza emotiva di interessi affettivi o esistenziali per due innamorati, prescinde dalla distanza. E tutto avviene come se questi avessero in comune qualcosa di imponderabile che accomuna soprattutto le emozioni.
Su questa stessa base ci proponiamo con un prossimo articolo di entrare nello specifico delle circostanze e nei rapporti psichici tra le persone. Si tratta del tentativo di meglio comprendere quanto una legge fisica riguardante le particelle dell’universo, possa anche essere parte integrante del comportamento umano, ovvero, dell’Umanità che dell’Universo attualmente è anche l’espressione di maggiore sapienza.
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