«L’Accademia della Crusca in questi giorni scende in campo sottolineando al Miur che troppi anglismi e troppi termini stranieri nei documenti ministeriali sono da considerarsi una contraffazione dell’italiano. Ora, se pur appare sbagliato porre in alternativa l’italiano all’inglese, promuovere un abbandono sistematico della lingua italiana è altrettanto fuorviante per la cultura degli italiani memori della storia di un grande Paese come il nostro.
Nell’introduzione del libro di Stephen Armstrong “ The Ne Poverty” si ricorda che lo scopo di un governo non è la gloria dei governanti ma la felicità della gente comune. Fedeltà alla Nazione e alla democrazia i presupposti per andare avanti prosperamente.
Riccardo Muti direttore d’orchestra è stato confermato sul podio della Chicago Synphony Orchestra fino al 2022. Sostiene che la musica non è solo un fatto culturale ma sociale con riflessi politici. Dice che l’America deve molto all’Italia tanto che Benjamin Franklin, padre della Costituzione, era molto amico del giurista napoletano Gaetano Filangieri con cui si confrontava spesso.
Enrico Marro sostiene che i partiti studiano convergenze e alleanze dimenticando i problemi reali del Paese che, a suo dire, rimangono 4: aiuto alle famiglie, sostegno al valore dell’educazione, libertà di scelta sul lavoro, riduzione della distanza dei sistemi sanitari tra le Regioni.
Lo Spid, sistema pubblico dell’identità digitale, con semplici applicazioni mette a disposizione un servizio importante e moderno al cittadino. Un esempio: gli ricorda cosa deve pagare, quando farlo, dove e come. Tutto ciò realizzabile in tempo reale. Con uno schermo touch-screen e con questi dispositivi gratuiti a disposizione si riesce a diventare nell’immediato tra i più reattivi nella attuale media dei paesi europei.
A parlare è Diego Piacentini, commissario straordinario per l’attuazione dell’agenda digitale: ” la trasformazione digitale non ha colore politico. Portare la pubblica amministrazione italiana alla sua realizzazione è difficile ma si deve procedere velocemente anche rischiando di tassare quelle amministrazioni che non si attrezzano ad accettare i pagamenti digitali. Questa trasformazione è parte integrante della trasformazione culturale dei Paesi maggiormente evoluti. Il digitale semplifica la vita dei cittadini e va messo in atto da subito”.
La Rete La Fenice, da anni spinge percorsi di innovazione e progetti protesi alla buona pratica politica ed amministrativa. Una realtà, tra i pochissimi portatori di iniziative attive, sintoniche con il progresso di periferie e territorialità, in una provincia che fatica a ritrovare la propria identità e vocazione».
Giuseppina Bonaviri