Tarda mattinata e primo pomeriggio della giornata di venerdì scorso per prestare attenzione a Parole d’Autore, questo il titolo emergente dall’immagine icona – bocca maliosa su sfondo rosso – della nuova stagione teatrale che il Teatro Quirino Vittorio Gassman ha presentato e proposto, a Roma, al suo pubblico di fedelissimi e a coloro che vorranno diventarlo.
Re e regine e alfieri si sono mossi sulla scacchiera scenica del tempio della prosa, come è stato definito il Teatro Quirino Vittorio Gassman, da Geppy Gleijeses, per dare scacco matto al tempo e alle eventuali proposte del panorama teatrale capitolino. Nella sala, ai piedi del palco vis a vis alle poltrone degli invitati, vari interventi si sono succeduti. Nomi noti, artisti e professionisti, hanno concesso anticipazioni, proferito aneddoti e sinossi anche avvalorando opere già record d’incassi della stagione teatrale quasi conclusasi – quale Sorelle Materassi tratte dal libro omonimo di Aldo Palazzeschi – e cavalli di battaglia – quest’ultimi spesso non nati per il teatro ma attraverso esso diventati opere di successo e ribalta quale per esempio I Miserabili, dal romanzo di Victor Hugo – interessando la platea.
Di seguito e in sintesi, in ordine di apparizione – dalle 12.15 circa sino alle 13.45 minuto più minuto meno – ruoli e protagonisti e compagnie corali. L’introduzione è stata ad opera di Rosario Coppolino, amministratore delegato del teatro, che ha ricordato quanto il teatro sia vivo: un gioco d’incastri e una fucina d’idee. La presentazione artistica della prossima stagione del Teatro Quirino Vittorio Gassman, Parole d’autore, in mano al padrone di casa Geppy Gleijeses, consulente artistico. Questi – dopo aver comunicato l’assenza di Guglielmo Ferro impegnato in tournée – non ha evitato di velare le sue parole di biasimo, per via di carenza dei contributi sia a livello statale sia locale (ha dichiarato che sia stata di 48 mila € la cifra percepita per la natura d’impresa privata), e ottimismo dovuto al progetto comunque realizzato, affermando La prossima stagione, in un periodo di notevole pochezza di proposte produttive “esterne”, si presenta con una qualità e varietà di offerta davvero eccezionale, dovuta anche alla circostanza che i prodotti migliori “vogliono” il Quirino per la loro vetrina romana, per la garanzia artistica e finanziaria che il teatro offre.
Chi sono stati i presenti, tra registi di grande rilievo e il cast di artisti, che hanno promosso i loro lavori e intrattenuto con i loro racconti ed esperienze? Giovanna Ralli, gradito ritorno sui palcoscenici, e Giuseppe Pambieri per – rispettivamente – Giulia e Rudy di Quartet primo spettacolo ad andare in scena il 9 ottobre 2018; Franco Però per I Miserabili; Michele Placido per l’originale rilettura di Sei personaggi in cerca di autore; Daniele Pecci e Rosario Coppolino per Il fu Mattia Pascal; lo stesso Geppy Gleijeses per Sorelle Materassi, insieme a Marilù Prati, quindi ancora Gleijeses rappresentante di Così parlò Bellavista festa per il novantesimo compleanno dell’amico Luciano De Crescenzo; Marcello Cotugno e parte del gruppo di attori fra cui Giovanni Esposito per Regalo di Natale, trasposizione teatrale del film di Pupi Avati; Marina Biondi testimonial de Il berretto a sonagli; Gianluca Ramazzotti, Marianella Bargilli, Virginia Acqua per La cena delle belve; per Il gabbiano, l’artista Massimo Ranieri e il regista Giancarlo Sepe; Rosario Coppolino per Otto donne e un mistero. Diversi, come si potrà notare a colpo d’occhio consultando il cartellone, i rimanenti assenti famosi per impegni di lavoro.
Tanto è stato detto e non me ne vogliate se piuttosto che riportare le parole di ciascuno – non perché queste di poca importanza ma il contrario – si preferisce riportare il ricordo per Mariangela Melato a cinque anni dalla sua scomparsa con un breve silenzio.
Di punto in bianco si prospetta davanti a noi, quella che si potrebbe definire quale una formula all-in-one del Teatro Quirino Vittorio Gassman. E’ un teatro che annovera grandi numeri, servizi e sorprese al cospetto di tradizione e innovazione pro cultural entertainment e che si appresta a festeggiare il suo centocinquantenario della nascita, nel 2021. E’ una sfida la proposta di incremento degli spettacoli in abbonamento che da 12 passano a 13, cercando di contenere i costi della cultura per gli utenti. E’ intuito perseverante mantenere la presenza del Balletto di Roma; al contempo non abbandonare la rassegna Dal palco allo schermo, ciclo pomeridiano di proiezioni gratuite legate alle tematiche degli spettacoli della stagione teatrale; far nascere Il Sogno Italiano per i giovani e i giovanissimi che narrerà, grazie a protagonisti del teatro e del cinema italiano, la storia di uomini e donne – imprenditori, scienziati, sportivi, storici – che hanno contribuito a fare grande il nostro Paese. Inoltre, a completare l’iniziativa de Il Sogno Italiano – che merita una digressione di largo respiro -, con il patrocinio del Miur e dell’USR Lazio, saranno i laboratori pomeridiani nell’ambito di attività programmate dall’Alternanza Scuola Lavoro. Il progetto, esposto agli spettatori da Marta Bifano, rappresenta anche una novità sotto l’aspetto psicosociale e di welfare, in quanto consente la partecipazione attiva di ragazzi diversamente abili e di coloro che soffrono di dislessia, disgrafia e hanno problemi di logopedia. In sintesi Il Sogno Italiano è un modello di valori a cui i ragazzi possono attingere; un connubio tra figure ispiranti positive, stimoli e idee che diventano esempi istruttivi e valorizzanti della vita presente sia degli studenti sia dei giovani e si trasformeranno in basi sane per la costruzione del loro futuro.
A tutto ciò fa eco una proposizione delle asserzioni di Geppy Gleijeses, il quale, durante la presentazione di Parole d’autore, agli astanti, colleghi e collaboratori, ha ricordato con soddisfazione Quando ho rilevato il Teatro Quirino dall’ETI, nel 2009, il progetto ne prevedeva un utilizzo per 18 ore. E questo è avvenuto.
Parole d’autore, la programmazione teatrale per il 2018-2019, si delinea una stagione artistica piena di novità e buona pratica.
Maria Anna Chimenti