Mileva, infatti, era una fisica serba, e fu proprio durante i suoi studi al prestigioso Politecnico federale di Zurigo (ETH) che incontrò il suo futuro sposo: Albert Einstein.
Mentre quest’ultimo oggi viene ricordato come uno dei più importanti scienziati del ventesimo secolo, su Mileva non c’è mai stata altrettanta attenzione, eppure dallo scambio di lettere tra i due emerge chiaramente che il suo contributo alle teorie di Einstein fu fondamentale.
Lei insieme ad Einstein condivideva una forte passione per la fisica. Entrambi eccellevano nello studio, ma mentre Albert e i suoi colleghi spiccavano nelle esposizioni orali, Mileva era più portata per il lavoro sperimentale in laboratorio. Nelle cinquantaquattro lettere d’amore tra i due amati, scritte tra il 1897 e il 1903, (edite in italiano da Bollati Boringhieri), appare visibile come tra i due ci fosse un’intesa intellettuale particolarmente spiccata, grazie soprattutto al grande desiderio di conoscenza che li accomunava: “Quando ho letto Helmholtz per la prima volta, mi è sembrato così strano che tu non fossi qui accanto a me oggi, e la situazione non migliora. Trovo che il nostro lavoro sia molto benfatto, insieme è più semplice,” diceva Albert in una lettera a Mileva del 1899, lasciando trasparire un’intimità sia sentimentale che mentale.
Molto è stato scritto negli ultimi decenni a sostegno di Mileva Einstein-Maric e spesso con fervente certezza.
È noto che fu la sua prima moglie e che lo accompagnò e lo sostenne intellettualmente ed emotivamente durante i difficili primi anni della sua ascesa da uno studente di fisica all’inizio nel 1896 alla cima della sua professione nel 1914. Poco si sapeva di lei fino a quando fu scoperta nel 1986 la sua corrispondenza con Einstein.
Ne emerge una storia avvincente.
L’affinità di Mileva e Albert non fu circoscritta solo ad una storia romantica che li condusse dai laboratori di fisica all’altare. Mileva, infatti, era una scienziata brillante e il suo apporto alle ricerche del marito non si limitò a un semplice scambio di lettere: era un’interlocutrice essenziale per la riuscita e per lo sviluppo del lavoro di Einstein.
Purtroppo il matrimonio tra Albert e Mileva finì con un divorzio, formalizzato nel 1919, cinque anni dopo che lei lo lasciò a Berlino e se ne andò insieme ai figli, in seguito a un “amorevole” elenco coniugale che lui si era premurato di farle avere. Il marito aveva avuto per diversi anni, tra le altre, una relazione con una cugina, Elsa, che diventerà poi la sua seconda moglie. Nel frattempo, era diventato uno degli scienziati più acclamati di quegli anni e tra le clausole del divorzio, Mileva specificò che se mai lui avesse vinto il Nobel il premio in denaro sarebbe andato a lei. Albert vinse il premio e la sua carriera diventò quella dello scienziato che oggi tutti conosciamo, la vita di Mileva, al contrario, si concluse nell’ombra, nonostante l’importante contributo che diede alle scoperte del marito. Quelle scoperte che di fatto lo portarono a un immenso successo del quale lei non trasse mai nessun profitto, se non il piacere e la soddisfazione di un lavoro così grande portato avanti insieme.