“Non può essere vista che con favore l’iniziativa di molti amici che a Pescara il 31/08 si sono riuniti con l’intento di lanciare per le prossime elezioni regionali una lista che porti il nome della Democrazia Cristiana.
La fine dei partiti di massa ha accompagnato il declino del paese non il suo sviluppo.
Il sospetto che sia stato commesso un errore, con il passare del tempo diventa una certezza.
Sarebbe, non nascondiamolo, un altro errore pensare che il paese abbia bisogno della proposizione di una nostalgia.
Il paese ha bisogno di un pensiero di sviluppo e lo sviluppo nell’Italia repubblicana porta in maniera indelebile il nome e il merito storico della Democrazia Cristiana.
Sviluppo oggi significa un grande piano nazionale per l’edilizia pubblica, l’ultimo piano porta la firma dell’indimenticabile Amintore Fanfani.
Sviluppo significa la ripresa della politica industriale che nel nostro paese è totalmente scomparsa, sostituita da una continua proposta assistenziale che insegue il culto della decrescita immaginata come felice.
Sviluppo significa il rilancio della partecipazione popolare nei processi decisionali troppo spesso, complici i meccanismi elettorali, di fatto sensibili a meccanismi completamente slegati dalla realtà.
Come nel dopoguerra c’è un paese da ricostruire, c’è un paese in cui le energie migliori cercano e vogliono ritrovarsi in una casa comune.
Una casa comune che abbia nella costruzione degli Stati Uniti d’Europa il suo credo fondamentale”.