Tra il dire e il fare c’è di mezzo una settimana. Quella che ogni italiano attende dal 5 marzo: le famiglie in difficoltà che hanno votato M5S per il reddito di cittadinanza, gli imprenditori del nord dalla parte di Salvini in vista di Flat tax e condono – o meglio – pace fiscale, ma anche gli elettori dei partiti di minoranza. Ad allontanare i primi dai secondi è la frase che da cinque mesi aspettano di proferire: “il governo del cambiamento funziona” contro “Noi vi avevamo avvisato”. Ma l’unico dato evidente che rimane alla fine della lunga estate del Cambiamento, è che meriti e critiche sono state attribuite al Governo giallo-verde troppo in fretta. Per questa tacita consapevolezza, la settimana corrente, che prevede per giovedì la presentazione alle camere della nota di aggiornamento al Def, è da tempo nell’occhio del ciclone. Ad aprire le “danze” – come c’era da aspettarsi -il Vice premier e Ministro dell’interno Matteo Salvini che ha sottoposto al Consiglio dei Ministri il suo “decreto sicurezza” ottenendone votazione favorevole all’unanimità.
Conte: «riorganizzazione razionale ma entro i parametri europei». Anche sul Decreto Sicurezza Conte veste i panni del buon samaritano. Durante la conferenza stampa ha sottolineato la fusione in uno di quelli che – almeno agli albori – erano stati pensati come due ddl distinti: sicurezza e immigrazione. Non si sono fatte attendere le rassicurazioni all’Europa: «abbiamo riscontrato disallineamenti rispetto agli apparati normativi europei. Siamo intervenuti per affrontare in maniera più efficace emergenza terrorismo». Questa misura, secondo Conte, garantirà la tutela dei diritti fondamentali delle nazioni e delle convenzioni a cui l’Italia aderisce, in primis la Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Una parte strutturata del decreto prevede anche il contrasto al terrorismo e criminalità organizzata: «Tra le misure che abbiamo adottato ci sono norme per prevenire infiltrazioni negli enti locali e il miglioramento delle funzionalità dell’agenzia nazionale che si occupa dei beni sequestrati».
Addio protezione umanitaria. Più che “Sicurezza”, il provvedimento che porta il suo nome, rappresenta per il ministro Salvini il decreto del “Buonsenso”, quello che ogni padre di famiglia, come lui, approverebbe. E’ evidente – ha spiegato il vicepremier – che la protezione umanitaria prevista solo in “quota residuale”, in questi anni è stata piegata al libere interpretazioni soggettive. Con il decreto verrà normata da sei fattispecie specifiche:
– vittime di sfruttamento
– tratta
– violenza domestica
– calamità naturali
– necessità cure mediche
– particolari atti di valore civile
«Un migrante che viene colto a spacciare, stuprare, rubare avrà la richiesta di asilo sospesa e se ritenuto soggetto pericoloso verrà condotto in un Cpr per le espulsioni» dice Salvini, spiegando che la sospensione sarà consecutiva all’accertamento della pericolosità sociale o di una condanna di primo grado. Verrà inoltre tolta la cittadinanza a chi viene condannato in via definitiva per reato di terrorismo internazionale. Grande soddisfazione ha espresso il Vicepremier per la possibilità di espellere persone che non hanno diritto a stare in questo paese estendendo a 180 giorni la permanenza nei Cpr. Parte del decreto è anche la revisione dei costi: i famigerati 35 euro saranno rivisti sulla base della media europea con un netto taglio delle spese e un risparmio medio annuo di un 1.1 miliardi reinvestire in sicurezza.
Il Ddl tra critiche e incostituzionalità. Il testo passa ora al vaglio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Non mancano però critiche e perplessità. Il decreto – in base a quanto riportano più voci – ha subito già in corso d’opera modifiche frutto della consultazione con i tecnici del Quirinale. Ma saranno sufficienti? Tra i 42 articoli contenuti all’interno del decreto, il nodo più arduo da sciogliere a livello costituzionale rimane la revoca della cittadinanza per gli stranieri che abbiano compiuto reati: questo causerebbe, secondo alcuni, la creazione di una cittadinanza di serie A e una di serie B.
Salvo le sei fattispecie nelle quali sarà accetta, la protezione umanitaria verrà abrogata come emerge dal grafico postato oggi su twitter dal ministro stesso; un punto che fa storcere la bocca a quell’ala sinistra del M5S allineata con Presidente della Camera Fico. A muovere ulteriori critiche è stato lo stesso Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei: «A me sembra strano che si parli di immigrati all’interno del decreto sicurezza. Inserirlo lì significa giudicare già l’immigrato per una sua condizione, per il suo essere immigrato e non per i comportamenti che può avere».
Salvini ha assicurato che non si tratta di un “provvedimento blindato”. Si è detto disponibile a modifiche quando il decreto sarà giunto in Parlamento. Sta di fatto che tra ritocchi, taglia e cuci e restyling normativi, a rimanere esclusa -per ora -dal magma indefinito del decreto Salvini, è solo una parola, la più difficile: integrazione.