Inaugurare un corso di laurea con una lezione può, secondo alcuni, non costituire una notizia vera e propria. Ma se si trattasse di Scienze Politiche e la lectio in questione fosse tenuta da Walter Veltroni? Per di più, il giorno successivo a una delle manovre economiche che rischia di incrinare la stabilità del paese? Beh, in questo caso le cose cambiano, parola dei giovani studenti immatricolati a Tor Vergata. Nessuno spazio a sterili polemiche o querelle da stadio in merito alla situazione politica odierna. Chi sedeva nella platea dell’Auditorium Morricone della Facoltà di Lettere si è concesso uno strappo alla regola, un lusso per i tempi che corrono: il dialogo. Da un alto, un uomo come Veltroni, protagonista di una lunga stagione della storia politica italiana, dall’altro, decine di giovani che di quella storia, in futuro forse, raccoglieranno l’eredità.
La mission di Tor Vergata tra multidisciplinarietà e internazionalizzazione
Attivato nella Macroarea di Giurisprudenza ma vivificato dalla fusione di più Dipartimenti e aree culturali, il corso in Scienze dell’Amministrazione e Relazioni Internazionali si propone di offrire una preparazione trasversale e flessibile perché trasversali e multiformi sono le competenze che servono per comprendere i problemi della realtà e interagire con persone provenienti da background culturali eterogenei. L’ampia offerta didattica è centrata, per questa ragione, su globalizzazione e internazionalizzane e va a braccetto con ulteriori attività – seminari, dibattiti, laboratori, simulazione di casi pratici – in cui gli studenti sono coinvolti attivamente per sviluppare soft skills e maturare competenze e capacità dialettiche, di leadership e team-working, critical thinking, problem solving.
Per agevolare la scelta del percorso post-laurea e consentire al laureato di intercettare con maggior precisione i requisiti di accesso nei corsi magistrali, in Italia ed all’estero, sono previsti tre curricula: giuridico, economico, storico-politico. Nel terzo anno, lo studente opta per uno dei tre percorsi e svolge gli esami opzionali e la tesi all’interno di questi percorsi.
Novelli: «Basta con la storia dei cervelli in fuga»
«Gli americani lo chiamano “il paradosso italiano” perché, senza finanziamenti, noi italiani riusciamo a scalare i vertici delle classifiche in molti campi della ricerca» ma questo – come lasciato emergere dal suo intervento – per il Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata Giuseppe Novelli – non basta. Proprio nella direzione di dare nuova centralità alla scienza il Rettore ha annunciato un ciclo di incontri e seminari che partiranno a breve e che coinvolgeranno 400 studenti liceali e universitari. Tra gli ospiti anche Piero Angela.
La lista delle priorità a cui oggi le università – spiega Novelli – devono far fronte è più lunga di quanto si pensa e include tra gli altri, la famigerata “terza missione”: «Mi riferisco all’innovazione sociale, il sentirsi al servizio degli altri. Faccio un esempio: per la scuola di Amatrice, il progetto donato alla Regione Lazio è stato elaborato dagli ingegneri di Roma Tor vergata». Su questa linea si colloca anche il “Teatro patologico” per far studiare ragazzi con handicap psichico: una didattica innovativa guardata con curiosità sia a Tokyo, che Los Angeles e Washington.
Nonostante il numero dei laureati sia inferiore rispetto alla media europea, le Università italiane forniscono ai giovani un’adeguata preparazione: «Non si può pensare che le persone di talento siano solo coloro che ora sono all’estero come il “mito della fuga dei cervelli” vuol farci credere» ha concluso il Rettore.
Veltroni racconta la crisi delle democrazie
«Ieri sera, una notizia di Sky TG24 mi ha molto colpito». Forse le giovani matricole in sala avranno pensato che Walter Veltroni volesse cominciare la lectio sulla crisi delle democrazie a partire dagli ultimi sviluppi dell’attualità politica italiana. Si sbagliavano: «La meteorologa ha annunciato che sul mediterraneo si abbatterà il primo ciclone della storia». Di fronte a questi accadimenti – spiega l’ex sindaco di Roma- ciascuno deve interrogarsi. Alla base della modificazione delle condizioni dell’ecosistema c’è la globalizzazione ma soprattutto l’azione sconsiderata di paesi che operano sulla base dei propri imperativi produttivi ed economici.
Clima e politica sono vittime, nel nostro tempo, degli effetti nefasti che si producono quando tanti nazionalismi entrano in rotta di collusione l’uno contro l’altro. Il rimedio? L’unico per Walter Veltroni proviene dalla creazione di una dimensione di decisione sovranazionale. Attraverso un exursus storico-politico durato poco più di un’ora, il politico ha messo in evidenza come la democrazia, che oggi si ritiene una conquista consolidata, sia stata per molto tempo un’utopia. Dalla crisi di Wall Street alla Seconda guerra mondiale, l’Europa ha riconquistato la democrazia, passando però per i campi di sterminio.
Nel 2018 – secondo Walter Veltroni – una serie di pianeti si stanno riallineando in maniera sfavorevole: crisi economica e rivoluzione tecnologica hanno prodotto una sorta di “bulimia del tempo”. All’uomo del 2018, in perenne ritardo rispetto al futuro e dimentico del passato, resta soltanto un presente emotivo in cui discussione e complessità non trovano spazio. Barattare un lento e articolato processo democratico per un sistema autoritario e decisionista che rivendica per sé solo l’identificazione con “il Popolo”, è un errore che non possiamo commettere ancora.