Sono tante le storie drammaticamente vere raccolte in questo libro, da me scritto, in cui la sofferenza di tutti e di ognuno crea una spirale soffocante che minaccia la stessa sopravvivenza dei protagonisti. Il libro ha una sua chiave drammatica che investe lo stile ma quel che è certo è che fin dalle prime pagine affiora un’appassionata difesa dell’infanzia rubata a tanti bambini. La storia non ha reso giustizia alla sofferenza tacita e sorda, provata sulla mia pelle, e ha scelto di accartocciarsi in un silenzio che evoca la peggiore delle condanne: quella dell’infanzia rubata, quella di infrangersi contro un sistema che spesso non dà voce a chi ne ha bisogno. C’è sicuramente un intreccio di responsabilità che cerca di scuotere fin dall’inizio del testo ed è quello che lega le responsabilità individuali alle responsabilità istituzionali. In tante famiglie descritte niente è come appare. Famiglie fragili, famiglie in crisi, violenza, abbandono, ma soprattutto sofferenza, tanta sofferenza, di cui fanno la spesa soprattutto i figli a qualunque età. E questo libro è anche l’analisi del sommerso, è anche storia di figli e di minori che crescono portandosi sulle spalle un fardello troppo pesante. Uno strano destino sembra incombere su certe famiglie, una sorta di morte annunciata, prevista, prevedibile, ma davanti alla quale nessuno è intervenuto. E’ una narrazione autobiografica con una conseguente raccolta di casi: quelli che sono incappati in disavventure familiari e sociali; quelli che portano sulla loro pelle le conseguenze di una sofferenza non risolta.
E’ un libro che dà voce alle voci silenziate, quella di persone che si sentono stritolati in una morsa da cui non vedono l’ora di uscire. Personalmente ho scelto la via della condivisione per recuperare tralci di autostima che è andata perduta e dell’empatia, come anche della necessità di acquisire una maggiore consapevolezza. La vita è sacra come la famiglia e va tutelata in ogni sua forma. Per questo non si sottrae all’onere della denuncia su un fatto assai grave: in Italia non si sa quanti siano i bambini dichiarati adottabili dai Tribunali dei Minorenni perché non esiste di fatto una banca dati e ciò è tanto più grave se si considerano le implicazioni economiche di quello che è stato definito come il più oscuro business economico italiano, tristemente delucidato in numerosi articoli. Il libro non vuole in alcun modo denigrare la figura dell’assistente sociale, peraltro mia categoria professionale, ma che al contempo mette in luce l’altra faccia della luna, esponendo coraggiosamente una triste verità silenziata dal sistema per decenni dove la storia di Emma – Principessa del Popolo – ed i suoi fratelli gemelli restano i porta bandiera di tutto questo, nonché le voci più alte di tutte le altre voci silenziate dal sistema stesso. Non intacca minimamente l’operato di tutti quei migliaia di colleghi che svolgono quotidianamente, diligentemente e silenziosamente il proprio operato, aiutando e salvando famiglie e minori, nel miglior modo possibile. E’ una vicenda molto dura e complessa che parte dall’analisi dati del sommerso ed arriva a parlare dei nuovi contesti sociali emergenti e delle nuove sfide che l’assistente sociale si trova a dover affrontare. Non si può generalizzare, né stigmatizzare tutte queste categorie, occorre entrare più nel dettaglio, caso per caso, in quanto quotidianamente gli assistenti sociali si impegnano attivamente per fronteggiare le situazioni di bisogno, per aiutare le comunità e fornire alle persone una migliore qualità della vita. Gli assistenti sociali sono agenti di cambiamento, che forniscono aiuto e consulenza, nel pubblico, nel privato come anche in libera professione, ad individui, gruppi, comunità e famiglie per aiutarli a superare le loro problematiche, offrendo un’ambiente sicuro in cui possono essere seguiti fino alla risoluzione della problematica espressa. Fattivamente forniscono assistenza ad individui, famiglie e comunità con problematiche di natura, fisica, psichica, economica; effettuano colloqui con minori ed adulti per verificarne le problematiche; collaborano con altri professionisti, quali: psichiatri, psicologici, giudici, infermieri, medici etc. per stabilire i trattamenti necessari. Fra le sue competenze e qualifiche richieste c’è la comunicazione efficace, l’ascolto attivo, forte senso di empatia e compassione, capacità di promuovere gli altri e di leadership, ottime capacità organizzative-amministrative, capacità analitiche di problem solving e risoluzione dei conflitti, intuizione e capacità decisionali.
L’assistente sociale ha come missione aiutare chi è in difficoltà (singolo, gruppo, famiglia, comunità, minori, adolescenti, immigrati). Il suo ruolo resta centrale ed è quello di mettere nelle mani di chi vive ai margini della società per qualsiasi motivo, gli strumenti per affrontare i suoi bisogni e per migliorare la sua condizione di vita. Il suo compito è quello di prevenire e risolvere situazioni di disagio sociale e di bisogno. Si tratta sicuramente di un libro forte e complesso, su cui si può anche non essere d’accordo, ma che non può in nessun caso essere ignorato. Un libro coraggioso, che ha la forza dello sdegno non rassegnato, del dolore provato sulla propria pelle e chiede giustizia, la esige, la implora e proprio per questo merita ascolto!
Antonella Betti