L’espressione “metafisica della luce” (coniata nel 1916 da Clemens Baeumker) indica la dottrina medievale che considera la luce (lux) forma prima dei corpi (prima forma corporalis o corporeitas): la luce costituisce il “principio” ontologico essenziale, se vogliamo la componente strutturale essenziale, di ogni ente fisico, animato o inanimato che sia. Dio, inoltre, è concepito come Luce eterna. Da un punto di vista cosmologico, dunque, la luce permette la costituzione dell’universo e ad essa si possono attribuire i mutamenti dell’universo stesso: la diffusione della luce è la causa a cui possono essere ricondotti tutti gli altri rapporti di causalità naturale. Si noti, infatti, che alla metafisica della luce si accompagna solitamente una fisica della luce e anche un’estetica della luce; quest’ultima meriterebbe però una trattazione a parte.
La luce, intesa come conoscenza, armonia, e come tutto ciò che non è possibile esprimere ora intellettualmente, per giungere nella nostra dimensione, nel basso Mondo, il mondo della confusione e della densità, ha bisogno di canali, di porte attraverso cui propagarsi quaggiù.
Dai primordi della civiltà, attraverso i secoli ed i millenni, alcune tradizioni, costituite da una catena di maestri e dai loro iniziati, hanno costituito la porta attraverso la quale la luce giunge fino a noi. Dobbiamo però anche ricordare che nel tempo le tradizioni hanno perso il loro carattere veritiero conservando solo alcuni frammenti dell’antico insegnamento e trasformandosi quindi in qualcosa di inutile, a volte nocivo (quello che è capitato sostanzialmente a tutte le religioni, una volta che si sono strutturate in istituzioni).
D’altro canto anche nel pensiero platonico e neoplatonico greco, la luce simboleggia il movimento del soprasensibile nella sua diffusione ed espansione, di grado in grado, fino a disperdersi nel sensibile della materia.
Nella fisica e metafisica la corporeità della luce, così eterea e semplice, sembra rappresentare l’intermedio fra l’intelligibilità del pensiero e la materialità del mondo corporeo.
Il tema della luce è il risultato originale dell’accostamento fra le conoscenze scientifiche e la metafisica, l’antropologia e la potenza dell’atto, la casualità e il libero arbitrio.
“Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce”
PLATONE