48 ore di full immersion nel cuore della Food Valley per fare conoscere la tradizione gastronomica della terra nella quale l’Azienda affonda le sue radici: è questa l’esperienza che Francesco Mutti ha voluto condividere con alcuni dei 95 paesi nei quali oggi è presente perché “la qualità del pomodoro dipende dal territorio e per capirne il valore bisogna vedere i campi dove nasce e cresce, conoscere le persone, misurare le distanze e il tempo tra la raccolta e la lavorazione e affidarsi al tempo, sperando che sia favorevole. Perché tutto si gioca a una distanza media di 130 km dallo stabilimento e in 2 mesi di raccolta” – ha commentato in apertura di evento Francesco Mutti.
La famiglia Mutti è alla guida dell’azienda da più di 100 anni. Dal 1899, data della prima campagna di trasformazione del pomodoro, sono cambiati gli scenari e il ruolo dell’impresa a livello internazionale ma i valori che accompagnano la storia del Gruppo sono costanti e imprescindibili: non esistono punti di arrivo, ma solo nuove sfide.
Ancora oggi come allora l’azienda segue una visione ancorata alla tradizione ma che punta all’innovazione come driver della qualità 100% italiana: “Uno dei punti di forza dell’azienda è l’avere una prospettiva a lungo termine nella ricerca della qualità e investire nel prodotto” – sottolinea Francesco Mutti, ricordando come già nel 1951 il lancio del Concentrato di Pomodoro in tubetto di alluminio proiettò l’azienda ai vertici dell’industria conserviera, superando la diffidenza iniziale per un formato fino ad allora riservato solo al dentifricio e fortemente innovativo rispetto alla tradizionale latta, in uso fino a quel momento: una rivoluzione, firmata Ugo Mutti, che conquistò il favore dei consumatori, grazie alla straordinaria praticità e facilità di conservazione.
Oggi questa lunga storia di piccole innovazioni compie 120 anni e vede un’azienda leader nel panorama nazionale chiudere il 2018 con una crescita del fatturato del 16,7% (a quota 308 milioni di euro) e aprire il primo semestre di quest’anno con un’ulteriore crescita a livello globale del 13%. Ampia presenza anche sul mercato internazionale, dove il Gruppo registra una crescita a doppia cifra e genera il 33% del fatturato totale. Mutti è nel 2018 la marca n. 1 in Europa, con una quota del 10.6% (+0.6 punti vs 2017), più di due volte superiore a quella del maggiore concorrente. Primato raggiunto a valore in 7 paesi europei: Francia, Svezia, Danimarca, Norvegia, Finlandia, Slovenia oltre l’Italia, con i tre nuovi ingressi di Francia, Slovenia e Danimarca e importanti consolidamenti in Svezia (16.2% quota a valore, + 2.4 punti vs. 2017), in Norvegia (20.9% e +1.7 punti) e Finlandia (23.3% e +1.4 punti). Anche la Germania registra per il gruppo una crescita importante e la marca si consolida come la seconda forza sul mercato locale, grazie anche agli importanti investimenti di marketing e commerciali. Fuori dal perimetro europeo, prosegue la crescita in Australia e USA e in altri paesi chiave come Canada e Israele.
“Al di là della leadership numerica, che è sicuramente importante, il nostro obiettivo più ambizioso è affermare, in Italia e all’estero, la nostra leadership qualitativa – ha sottolineato Mutti – vogliamo essere il marchio nel quale il consumatore riconosce un’indiscussa superiorità di prodotto”. Da qui gli investimenti in innovazione, materie prime, accordi di filiera ma anche in risorse umane e comunicazione.
Mutti ha iniziato la sua storia cambiando le regole del settore e continua a farlo, con l’obiettivo di introdurre nuovi standard nella filiera, nella trasformazione e nella produzione, aspirando all’eccellenza in termini di qualità e sicurezza alimentare. Alla base di tutto la responsabilità innata nei confronti del territorio e della comunità. “Questi due giorni di tour enogastronomico attraverso gli antichi sapori storici del Parmense, dal pomodoro al Parmigiano Reggiano al Prosciutto di Parma, sono stati il modo per rendere omaggio alla terra dove siamo nati e che rimane centrale perché è il luogo dove seminiamo, raccogliamo e lavoriamo un frutto unico quale è il pomodoro” – ha concluso Mutti.
di Emidio Piccione