Roma, 7 ottobre 2019 – È stato calcolato un crash fiscale di oltre 75 miliardi di euro tra il 2020 e il 2022. Nei prossimi tre anni le tasse e i contributi previdenziali saliranno di oltre 75,3 miliardi.
Grazie al calo dello spread è in arrivo un tesoretto di 8,4 miliardi dovuto ai minori esborsi sul fronte della spesa per interessi, ma niente spending review complessiva: le uscite dal bilancio pubblico cresceranno sistematicamente, tant’è che dagli 853 miliardi dello scorso anno si arriverà ai 909 miliardi del 2022 per un aumento complessivo di quasi 55 miliardi pari a una crescita del 6,42%.
Questi i dati principali dell’operazione fact checking realizzata dal Centro studi di Unimpresa (Unione Nazionale delle Imprese), sulla Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (NADEF) appena approvato dal consiglio dei ministri, secondo la quale sono destinati a salire anche i versamenti allo Stato per contributi sociali e previdenziali: l’incremento, che produce effetti sul costo del lavoro per le imprese, sarà di oltre 20 miliardi.Cresceranno anche le entrate relative a contributi sociali (previdenza e assistenza): dai 234,9 miliardi del 2018 si passerà ai 241,4 miliardi del 2019, ai 245,4 miliardi del 2020, ai 249,3 miliardi del 2021, ai 254,9 miliardi del 2022.
Invece nessuna variazione per la pressione fiscale, destinata a restare stabile. Il totale delle entrate dello Stato rispetto al prodotto interno lordo, arrivate a quota 41,8% nel 2018, si attesterà al 41,9% nel 2019, al 42,6% nel 2020, al 42,6% nel 2021 e al 42,3% 2022. Tutto questo con una crescita assai modesta: il PIL dovrebbe crescere, secondo la NaDef, dell’1,01% quest’anno, dell’1,02% nel 2020, dell’1,02% nel 2021 e dell’1,03% nel 2022.
Oltre la crescita delle tasse, c’è quella della spesa pubblica. La spending review pare inefficace: il totale delle uscite – arrivate a 854,6 miliardi nel 2018 – si attesterà a 868,2 miliardi nel 2019, a 884,2 miliardi nel 2020, a 899,4 miliardi nel 2021 e a 909,4 miliardi nel 2021.
Secondo l’analisi del Centro studi di Unimpresa, realizzata sulla base della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza del 30 settembre scorso, nei prossimi anni, nell’ambito di una crescita complessiva delle entrate nelle casse pubbliche, è previsto un incremento sensibile proprio dei contributi sociali ovvero i versamenti delle imprese relativi alla forza lavoro.
Per il consigliere di Unimpresa ,Giovanni Assi, le aziende si stanno addirittura vedendo sottrarre le già poche misure a loro disposizione per mancanza di fondi. Gli imprenditori hanno quindi bisogno di interventi tangibili e soprattutto stabili nel tempo su cui programmare la loro attività.
. Lara Ferrara