Sono nata ben trentasette anni fa, come Antonina Concetta Vittoria, figlia naturale di persone di spicco, seconda di 4 gemelli (un maschio e due femmine nate con Sindrome di Down) separati a 4 mesi e mezzo, due di noi dati prematuramente in affido poi trasformato in adozione mentre una messa in casa famiglia, quanto a nostro fratello invece riuscì ad essere recuperato da nostro padre con un colpo di mano, tutti però con un destino segnato e nati da due colossi siciliani. Nostra madre lottò come una tigre ma le grinfie di uno snodo della sua “famiglia” sempre se così si può chiamare non le diede scampo e venne indotta al suicidio, (a causa dell’acido muriatico che le fecero ingerire) precisamente due anni dopo che aveva perso noi, nelle disperazione più totale. La mia vita trascorre felice e serena fino all’età di 31 anni, poi il black-out, un tram tram di gente bugiarda, opportunista e codarda che ha reso la mia vita un inferno per due anni e mezzo. “Tante brutte persone si sono susseguite nella mia vita“, tutte persone che “mentivano pur sapendo di farlo al solo scopo di annientarmi, mettermi all’angolo ed appropriarsi di un qualcosa che mi spetta di diritto che avidamente volevano“. Tante, forse troppe sono state le macchinazioni, persecuzioni, violenze fisiche-psicologiche, sessuali, privazioni economiche; danneggiamenti, furti, sabotaggi (a più riprese manomissioni alla mia automobile), ma questo non mi ha fermato dal denunciare indistintamente tutto e tutti, e non mi fermerà dal farlo ulteriormente fino a quando non sarò finalmente libera di poter vivere la mia vita (com’è giusto che sia) e sarà fatta giustizia. Il feroce snodo della famiglia nella quale sono nata “è un’altra cosa rispetto a noi, siamo due rette parallele che discendiamo da due matrici opposte-diverse grazie a Dio, due cugini un discendente che mi appartiene siciliano e l’altro opposto calabrese; loro sono un noto ed influente clan, forse fra i più potenti, ma dopo lungo tempo in silenzio a subire da vittima-inconsapevole di tutto, ho deciso con molto coraggio di scoperchiare questa faida nella faida che ha di fatto per mero interesse distrutto due distinte e separate famiglie“. “Tutti contro tutti per il potere e per me“, gente avida, assetata di potere, pronti a giocare sporco a scavalcarsi reciprocamente e farsi “lo sgambetto“. Tale conflitto ha radici lontane e sono tutte da ricercarsi nella mancanza d’amore, nella rivalità e nel crescere con la netta e ferma convinzione che “nella vita tutto si compra” non è così, ma è chiaro ed evidente come il sole che a queste persone va addossata la colpa di tutto quello che gratuitamente ho subito: i furti dell’oro e dell’argento presso la mia abitazione, i numerosi “scherzi” ricevuti (ad es. le numerose localizzazioni sbagliate, i regali che non arrivavano perché venivano trafugati, le informazioni che arrivavano imprecise ed a metà, i numerosi incidenti e sabotaggi per mano di affiliati che credevano che “bastasse così poco per farmi passare a miglior vita ed acquisire un titolo quello di Principessa che non spetta di diritto a questa gente che è opposta alla dinastia di mio nonno, dunque molto rumore per nulla“; la clonazione della targa della mia macchina (rottamata) e persa nell’incidente, che risultava mancante). Tanti sono i colpevoli e tutti collegati, uniti da uno stesso filo rosso sottile che ha portato solo odio, risentimento, disfatta e risentimento. Ho deciso che è il tempo di mettere su carta tutto questo, senza omertà e senza paura, perché la verità ci mette tempo ma alla fine arriva e la resa dei conti è inesorabile per tutti. Le carte finalmente si sono scoperte ed è estremamente triste prendere coscienza del fatto che “avrei perso la vita ripetutamente” per evitare che non perdessero mai a ciclo continuo la loro ricchezza (usurpata e rubata) e pur di scongiurare che mai si arrivasse a questo punto, si sono mischiati indistintamente di simili nefandezze; nessuno aveva interesse (ad eccezione di pochi che si contano su un palmo di una mano) affinché arrivassi fin qui, ed è per me un traguardo molto sofferto ma conquistato duramente. Sono finalmente “tornata me stessa, lucida, orientata e presente, sono riuscita a mettere insieme tutti i pezzi di un frastagliato e difficile puzzle che compone però il quadro della mia vita… ripeto della mia e di nessun altro. Ho preso finalmente coscienza del male subito ed ho imparato a proteggermi da un male che è ancora in agguato, senza risentimento, rancore e rivalse. Questa faida è durata anche troppo, è ora di spezzare la catena di odio che ci ha avvolto tutti per troppo tempo, come in un spirale. Ho avuto il coraggio di puntare i piedi e rialzarmi in piedi, sono sopravvissuta a questo terremoto interiore e ne sono uscita capo-branco, più forte di quanto credessi. A testa alta posso, anzi devo andare avanti; la testa alta di una persona che ha subito un calvario premeditato e ben organizzato, di una vittima innocente al 100%. Sono stata il capro-espiatorio di tutti, poiché tutti sapevano ma nessuno aveva interesse realmente di informarmi…facile accanirsi deliberatamente con chi è ignaro di tutto. Un gioco sleale e sbilanciato fin dall’inizio. Nessuno credeva nelle mie capacità, solo poche persone mi hanno aiutato a rialzarmi in piedi e con il tempo sono riuscita non solo ad avere il coraggio di denunciare bensì al contempo anche di dimostrare interamente la mia forza, anche quando credevo di non farcela. Chiedo giustizia e vorrei poter vivere la mia vita senza limitazioni o condizionamenti“. La cosa più triste è che l’epilogo di tutta questa storia vera, porta al fatto che “tutti mi hanno preso in giro, tutti sono complici, nessuno è immune dalle responsabilità“; tanta gente che deliberatamente mi ha fatto del male e questo mi ha portato a non credere più a nessuno, ad essere sempre schiva ed in guardia… è vero il male è sempre in agguato ma non piegherò la testa e non farò sconti a nessuno, ognuno ha una coscienza e ne risponderà a Dio. Resto ferma e determinata convinta della verità della quale sono portatrice che ho denunciato. E’ ora che chi ha sbagliato paghi fino in fondo, evitando di nascondersi, assumendosi il peso di tutte le responsabilità; è ora che finisca tutto e che cali il sipario su una storia, come tante, triste ed intrisa di vuoti, dolori e sofferenze; penso di avere diritto di vivere la mia vita, fino in fondo, di rifarmi una vita “felice ma pur sempre di bambina strappata... “, una vita rubata e condizionata gratuitamente per mero interesse o per un’ossessione non corrisposta alimentata da odio, ripicche e tante bugie. Il percorso del perdono è molto lungo, ma tortuoso e difficile, perché in questo caso specifico chi più e chi meno hanno commesso tutti dei drammatici errori, contribuendo a crearmi dei problemi e farmi vivere in questo modo.
Oggi sono in pace con me stessa perché essendo al corrente di tutto posso difendermi ed andare avanti, senza fare più sconti a nessuno. Trovo giusto portare avanti questa dura battaglia e resto certa che riuscirò a portare a termine la mia missione di vita: “riscattare me stessa, la libertà, il noi e quello che siamo stati“. E’ ora di dire basta a questi anni bui, intrisi di vuoti dipesi da questa spirale di ripicche come da questa faida. E’ stato un dolore intenso, ma sordo per troppi anni, che ha cambiato l’intera personalità però è ora di riprendermi con gli interessi ciò che mi è stato tolto, ma che resta un mio diritto (la mia identità, ciò che mi spetta e perché no, fondare una nuova famiglia con tanti figli). Nessuno può dirmi quello che devo o non devo fare; nessuno può più in alcun modo condizionare la mia vita come le mie scelte, perché questa vicenda è dipesa da un’efferata competizione, una rivalità fra fratelli (“uno nato difettato fin dalla nascita e per giunta anche successivamente diseredato“), un canone inverso, un circolo vizioso che ha inglobato anche terzi ed ha prodotto tutti questi disguidi e disagi dal quale a raggiera è scaturito tutto il resto.
La violenza cambia, così come il dolore altrettanto. Sono stata perseguitata per troppi anni da figure-ombre, insidiose a tratti impercettibili ma asfissianti e presenti; è dal 2009 che sono costretta a vivere in questo modo pedante-ossessivo. A questa gente “sono stati promessi soldi, mai ricevuti“; sono persone unite da un unico comune denominatore: l’avidità, la dipendenza affettiva con sentimenti superficiali, con evidenti distorsioni della realtà, con una mancata capacità di progettualità ed un assente insight psicologico che si discostano dalla realtà; presentano indistintamente delle evidenti difficoltà nella sfera emotiva e di responsabilità con una distorta interpretazione della realtà. Dopotutto la dipendenza affettiva è un modo di cercarsi al di fuori del sé (la stima, l’attenzione, il rispetto, la soddisfazione, il rispetto come anche l’amore e la considerazione sentimenti che non sono mai stati percepiti prima); è gente infelice, insoddisfatta e vuota che cerca per arrivismo di prendersi quella fetta di vita che non gli spetta; ognuno nasce già con un destino e con una linea ben delineata. E’ gente che ha minato il mio benessere psicofisico e sociale, attraverso questa dissociazione che li ha portati in modo perverso ed inefficace a saziare le loro mancanze a ciclo continuo con modalità relazionali dipendenti dall’esterno, perché incapaci di vivere una vita sociale-relazionale sana, libera e spontanea. Per il denaro si cambia tutto: partito, bandiera e modi di vedere. Mi hanno colpito psicologicamente-fisicamente-economicamente senza però riuscire a buttarmi giù (cosa che innervosisce molti), facendomi credere “tutto ed il contrario di tutto“, non potranno però nascondersi ancora per molto. Ho subito tutto questo per “essere messa fuori gioco ed essere privata di quello che mi spetta per nascita: un titolo, un patrimonio, da gente che con l’inganno ha preso in giro tutti quanti; da gente che pur sapendo di non esserne i legittimi destinatari sono andati avanti con questo piano progettuale errato e criminale a danno di numerose persone innocenti“. Ho subito tutto questo per gente non in grado di discernere la realtà, ossessiva e maniacale.
La famiglia che ci ha fatto tutto questo proviene da una stirpe opposta che non avrebbe mai e poi mai potuto ottenere i benefici che ho per nascita di diritto; è stata una percezione stupida, inutile e priva di senso. Sono stati atti subdoli e meschini, indecenti dai quali sono scaturiti trasversalmente tutti i mali del mondo. Se c’è una cosa che non si dimentica facilmente è il poco amore, ciò genera delle ferite che non si rimargineranno mai, non è facile andare avanti in questo modo, si vive a metà e senza dignità; si vive una vita vuota dove contano solo i soldi, il potere come il benessere e non le persone. Attraverso il testo autobiografico “VITE STRAPPATE IN ITALIA DAGLI ANNI ’70 AD OGGI“, primo libro-inchiesta su queste tematiche con l’illustre prefazione della Senatrice Paola Binetti (soprattutto grazie a Lei), sono riuscita ad arrivare più in alto delle invidie, delle ripicche e delle gelosie, più in alto di chi ancora spera che ripiombi giù nel baratro, così in alto da voler lottare ancora per la libertà di vivere la mia vita ed essere me stessa, sempre a testa alta e con la ragione dalla propria parte. Con la “ragione di una vittima che a diritto di vivere la propria vita ribadendo di non essere una rovina famiglie, un ostacolo alla felicità di nessuno“.
Antonella Betti