Arrivato anche in Italia il deepfake sta creando varie discussioni sulla sicurezza digitale.
Il deepfake è una tecnica di manipolazione del video ottenuta tramite la sovrapposizione di immagini esistenti con video o immagini originali. È così possibile far apparire in un video un personaggio pronunciare le parole che si vogliono, o facendogli manifestare delle espressioni volute. Il primo vero esperimento di deepfake risale al 1997, ma solo nel 2017, il fenomeno divenne pubblico, quando fu diffuso un video dove Obama pronunciava un discorso mai realmente esistito.
La prima comunity dedicata interamente ai deepfake spunta su Reddit, dove gli utenti pubblicano video manipolati di ogni natura, dal porno alla scena comica con protagonista Nicolas Cage. La giornalista Samantha Cole nel 2017 pubblica un articolo sulla comunità in questione su Vice, attirando l’attenzione generale del pubblico, anche a livello internazionale.
La maggior parte dei video deepfake è di natura pornografica. Si tratta infatti di montaggi dove vengono prese di mira le star di Hollywood femminili, facendolo apparire intente in relazioni sessuali. Questo impiego è tuttavia il lato meno pericoloso del softwar ma il peggior utilizzo riguarda la politica.
Se è possibile manipolare l’immagine di personaggi pubblici si può creare una serie di video fake per danneggiare l’immagine di un personaggio pubblico o veicolare messaggi politici utilizzando l’autorità e la fama del soggetto.
I video prodotti dai deepfake sono difficili da riconoscere sia per gli esperti che per l’utente comune. Questa situazione è una grave minaccia al sistema d’informazione digitale che potrebbe avere delle conseguenze nel mondo dei newmedia.
Si è svolta a Roma la prima conferenza sulla questione chiamata “La minaccia del deep fake”. A intervenire tra i molti personaggi era presente Nunzia Ciardi, direttrice del Servizio Polizia postale e delle comunicazioni. Come misure di reazione al fenomeno si è pensato di istituire un osservatorio permanente e spot diretti al pubblico, vero vittima del software, alquanto vulnerabile e spesso complice nel diffondere fake news.
Per realizzare un deepfake è necessario disporre di attori professionisti, montatori video e esperti tecnologici. L’alto capitale umano necessario crea una spesa alquanto salata che porta la creazione dei deepfake fuori dalla portata dell’utente comune.
A livello politico si attende il 9 novembre, data in cui gli esperti che hanno discusso il tema si troveranno ad esporlo nuovamente al Senato. Si tratta di un tentativo volto a sensibilizzare la classe dirigente per costituire delle regolamentazioni, al momento assenti, in materia.
Paolo Miki D’Agostini