CORONAVIRUS, LO SFOGO DEGLI ESERCENTI ROMANI
Lin, proprietario del negozio di casalinghi in via Franco Sacchetti nel quartiere Talenti a Roma, si è rivolto al giornale per far luce sul problema che affligge tutti i commercianti cinesi: «Gli incassi sono calati perché in molti scelgono di non entrare nel mio negozio per paura di essere contagiati, nonostante io sia presente nel quartiere da molti anni. E’ bastata la mia etnia per rendere le persone diffidenti, sono dispiaciuto».
La stampa ha evidenziato casi di insulti insensati e immotivati con epiteti razzisti, esclusione dei cinesi dalla vita sociale e anche aggressioni fisiche.
Molti commercianti cinesi iniziano ad avere grandi difficoltà nel pagare l’affitto e nel pagare i dipendenti.
Anche se l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato il rischio globale come “elevato”, l’etnia non ha nulla a che vedere con il contagio, di conseguenza evitare le attività commerciali cinesi quali ristoranti, parrucchieri, casalinghi… o peggio ancora le persone cinesi, risulta inutile se non offensivo verso coloro che come noi vivono in Italia.
Arianna Calandra