CORONAVIRUS, LO SFOGO DEGLI ESERCENTI ROMANI
Chen, cuoco del ristorante cinese Izakaya in via Gino Cervi a Roma, si è rivolto al giornale per dare voce al problema che affligge tutti i commercianti cinesi: «I clienti del ristorante sono diminuiti, molte persone non vengono a mangiare da noi per paura di essere contagiate. Lavoro in questo ristorante da tanto tempo e sono in Italia da quindici anni, quindi il rischio non esiste».
La stampa ha evidenziato casi di insulti insensati e immotivati con epiteti razzisti, esclusione dei cinesi dalla vita sociale e anche aggressioni fisiche.
Molti commercianti cinesi iniziano ad avere grandi difficoltà nel pagare l’affitto e nel pagare i dipendenti.
Anche se l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha dichiarato il rischio globale come “elevato”, l’etnia non ha nulla a che vedere con il contagio, di conseguenza evitare le attività commerciali cinesi quali ristoranti, parrucchieri, casalinghi… o peggio ancora le persone cinesi, risulta inutile se non offensivo verso coloro che come noi vivono in Italia.
Arianna Calandra