Domenica 1 marzo, a Roma si è svolta con urne aperte dalle 7 fino alle 23, un elezione di rilievo nazionale. Nel silenzio quasi generale dei mezzi di comunicazione. Pochi o nulli gli appelli al voto da parte dei media generalisti. Perché? Sette candidati per un seggio. Si è trattato delle elezioni suppletive per il Collegio Roma 1 della Camera dei Deputati che comprende l’intero territorio del Municipio I più due enclave, una dal Municipio XIV, il Quartiere Trionfale, e una dal II, il Flaminio. Roccaforte del PD. In tutto, sono stati più 180mila, i romani chiamati a scegliere il successore dell’ex premier, Paolo Gentiloni, Pd, ora a Bruxelles, come Commissario per l’Economia.
Dei sette candidati in corsa, nell’area di sinistra erano Marco Rizzo, Partito Comunista; Elisabetta Canitano, di Potere al Popolo. Nell’area più conservatrice, Mario Adinolfi, di Popolo della Famiglia. Infine, Luca Maria Lo Muzio Lezza per gli europeisti verdi della lista Volt. L’affluenza era partita in sordina, (alle 12 si era recato alle urne il 5,83% degli elettori, il 14,86% alle 19). Scarsissima l’affluenza. In totale hanno votato meno del 20% degli aventi diritto. A incidere sullo scarso entusiasmo — sebbene in passato la partecipazione alle suppletive non sia mai andata oltre il 25% — è stata una serie di fattori: dalla domenica ecologica (ma il Comune ha previsto deroghe per i residenti) alla pioggia, fino alla paura per il Covid-19: durante le operazioni di voto, per consegnare le schede gli scrutatori indossavano guanti in lattice monouso. E anche a una scarsa comunicazione politico-istituzionale esterna ai partiti che ha teso ad escludere la cittadinanza.
Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri candidato per il centrosinistra, ha vinto con il 62,2% delle preferenze (20.304 voti), vincendo la sfida con gli altri sei candidati, di larga misura”, come era prevedibile.
Il vero sfidante Maurizio Leo, già parlamentare An, e assessore al bilancio nella giunta Alemanno, per il centrodestra, ha dichiarato «alla prossima occasione vinceremo noi». Rossella Rendina per il M5s, unica candidata sulla piattaforma Russeau, ha bucato completamente. Il risultato non cambierà di molto gli equilibri politici, ma il fatto è che tra la noncuranza delle istituzioni, pochissimi sapevano di questa elezione. Il voto di ieri ha rappresentato un test, sia pure parziale, per la tenuta della maggioranza giallorossa, ma anche e soprattutto un verdetto per i 5Stelle che ne sono usciti molto male, sotto il 5%; stoccata non da poco per la sindaca Virginia Raggi, a poco più di un anno dalle elezioni comunali a Roma. Certo, avere un fedelissimo in più a Montecitorio, non è certo poco per il centrosinistra, ma è troppo poco per Roma che risentirà di una chiara mancanza di rappresentanza, a causa delle solite dinamiche politiche calate dall’alto. La cosa più triste in tutto ciò, è che il neo eletto per il Municipio I di Roma, infatti, oltre a dichiarazioni sulla futura «tenuta del governo e il suo (ipotetico) rafforzamento», o il «funzionamento dell’alleanza» rimarcato dal segretario Zingaretti, il neo eletto, non ha proposto un piano per la riqualificazione di Roma, e non ha espresso chiaramente cosa intende fare per risollevare la Città dallo stato di degrado in cui versa.
Marcello Intotero Falcone