Riconoscere la «comprovata e grave situazione di difficoltà legata alla congiuntura economica» e sospendere tutti gli adempimenti (tributari, fiscali, contributivi, assistenziali e amministrativi) fino al termine dello stato di crisi. E poi estensione degli ammortizzatori sociali a tutte le imprese e lavoratori autonomi che abbiano o meno lavoratori dipendenti. Sono le richieste di Aepi con i sindacati Ciu – Unionquadri, Cse, Flai Trasporti, Firas – Spp, Consil, sindacato Clas e Uic nella lettera indirizzata al Governo, firmata anche dall’Ancot- Associazione Nazionale Consulenti Tributari aderente ad Aepi, dopo l’annuncio dello stanziamento di 25 miliardi. Sul tavolo, una serie di priorità, rilanciate dalla Confederazione Aepi, per conto di 31 associazioni datoriali, intersettoriali e professionali in rappresentanza di 300mila imprese e 12mila professionisti. Chieste la riduzione del 50 per cento dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi o artigiani e commercianti che ne facciano richiesta, l’estensione delle misure di sostegno al reddito per tutti i lavoratori dipendenti assunti negli ultimi 4 mesi, blocco di tutti i licenziamenti nei tre mesi antecedenti allo stato di crisi. Inoltre, rispetto al bonus indennità, si chiede un’estensione per tutti i lavoratori autonomi e che sia raddoppiato rispetto alla cifra di 500,00 euro, ritenuta troppo bassa. Ma per Aepi gli interventi non possono prescindere da una rateizzazione dei pagamenti sospesi nei 12 mesi successivi al termine della situazione di difficoltà e dal blocco non solo di tasse e contributi ma anche di utenze e mutui. E ancora: credito d’imposta del 100% per centro gli investimenti che portino verso il lavoro agile. Infine, proteggere e rilanciare il made in Italy. «Abbiamo bisogno di azioni concrete, rapide e coordinate, anche con il coinvolgimento dell’Europa» dice il presidente della Confederazione Aepi Mino Dinoi che, la scorsa settimana, ha preso parte al vertice convocato dal ministro degli Esteri Di Maio per un piano straordinario. «Apprendiamo da Cassa Depositi e Prestiti e Sace dei 7 miliardi a sostegno delle imprese, di cui più della metà in vista del piano per la promozione del made in Italy, quindi a supporto delle attività di export. Non dimentichiamo le nostre eccellenze in questo momento di stallo. Piccole e microimprese che vanno tutelate, al pari delle altre».
«Nei giorni scorsi – ha detto il presidente dell’Ancot – Associazione Nazionale Consulenti Tributari Celestino Bottoni –avevamo chiesto una sospensiva o un differimento generale di tutti gli adempimenti e provvedimenti per i professionisti. Le indicazioni emerse sembrano accogliere le nostre istanze. Confidiamo di usufruire di tali misure dalla scadenza del 16 marzo. Da questa emergenza ne usciremo più forti, vinceremo insieme questa sfida».