Riproporre e ricordare, quarantadue anni dal suo sequestro e dalla sua morte, la figura e la vicenda politica e umana di Aldo Moro.
Aldo Moro è stato autorevolmente e convintamente uomo di parte e di partito e allo stesso tempo uomo delle istituzioni, capace di percepire, anche dall’alto di prestigiosi e importanti incarichi di governo, i mutamenti sociali e politici nella sua epoca. Tentava di governarli e, prima ancora, di capirli, riuscendo a “immaginare” spazi laddove altri vedevano soltanto strettoie, opportunità dove altri vedevano essenzialmente pericoli. Questo è forse uno, fra tanti, dei lasciti più importanti di Moro: La capacità e la volontà di sperimentare nuovi assetti, di spingere il proprio pensiero oltre il contingente, di perseguire, in tutte le occasioni che lo hanno visto protagonista, gli ideali di libertà e democrazia attraverso una prassi costante di allargamento della partecipazione alla vita politica.
Chi era Aldo Moro?
Nato a Maglie il 23 settembre del 1916, fu un politico, giurista e accademico italiano molto importante per la storia d’Italia. Aldo Moro venne eletto per ben cinque volte Presidente del Consiglio dei ministri e fu presidente del consiglio nazionale della Democrazia Cristiana, essendone anche membro fondatore. Ciò che nella biografia di Aldo Moro è molto importante sapere è che fu ideatore del famoso Compromesso Storico. Vediamo prima, andando in ordine cronologico, ossia per date, un riassunto della sua carriera politica:
1946: Fu eletto all’Assemblea Costituente diventato uno degli incaricati a redigere la Costituzione.
1948: Eletto alla Camera
1955: Con il governo Segni divenne Ministro di Grazie e Giustizia, due anni dopo nel 1957 divenne invece Ministro della Pubblica Istruzione introducendo educazione civica come materia di studio alle elementari e alle medie
1959: E’ la data più importate per Aldo Moro, in quell’anno infatti ottenne la Segreteria della Democrazia Cristiana che, lui stesso, aveva fondato.
1963: Divenne Presidente del Consiglio grazie alla partecipazione dei socialisti. Questo però determinò il malcontento degli elettori che causarono la crisi di governo.
1975: Durante le elezioni amministrative il Partito Comunista Italiano ottenne un grandissimo consenso e questo fatto riportò la politica alla proposta strategica di Aldo Moro. Secondo lui, per dare una svolta all’Italia era necessario coinvolgere il Pci nel governo. L’incontro però tra Pci e Dc si trasformò in uno scontro e l’estrema sinistra tentò di boicottare il Partito Comunista, per evitare questa unione politica.
Morte e rapimento Aldo Moro
A seguito proprio dell’idea di Aldo Moro di coinvolgere il PCI nella politica governativa dell’epoca, proposta passata alla storia con il nome di Compromesso Storico, il 16 marzo 1978 un gruppo di terroristi di estrema sinistra appartenenti alle Brigate Rosse intercettarono la macchina su cui viaggiava Aldo Moro. I primi spari furono rivolti ai cinque poliziotti che formavano la scorta di Aldo Moro e poi il politico venne rapito in Via Fani, a Roma. Per 55 lunghissimi giorni il mondo intero concentrò la sua attenzione sul rapimento di Aldo Moro e, in Italia, si discuteva se trattare oppure noi con i terroristi come richiedeva Aldo Moro dalle sue lettere scritte e fatte pervenire durante la prigionia ad alcuni uomini politici dell’epoca. Alla fine non venne fatto nulla e Aldo Moro venne ucciso della Brigate Rosse: i terroristi lo fecero salire nel portabagagli dei una Renault 4 Rossa rubata dicendogli che lo avrebbero portato in un luogo più sicuro e, dopo averlo coperto con una coperta, gli spararono per dieci volte.
Il corpo di Aldo Moro fu poi ritrovato proprio nell’auto il 9 maggio a Roma in Via Caetani. Fu una scelta strategica perché era una via esattamente a metà tra la sede del DC e quella del PCI. Ai funerali, che si tennero il 13 maggio, la famiglia non partecipò in segno di protesta contro lo Stato che, a loro dire, aveva fatto poco o niente per salvare Aldo Moro. Fu sepolto nel comune di Torrita Tiberina. Aveva 61 anni.
Per ricordare al meglio Aldo Moro, grande politico italiano: Alcune frasi importanti dette e scritte da lui nelle sue lettere 55 giorni prigioniero dalle brigate rosse:
-Quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta. La verità è sempre illuminante. Ci aiuta ad essere coraggiosi.
-Un partito che non si rinnovi con le cose che cambiano, che non sappia collocare ed amalgamare nella sua esperienza il nuovo che si annuncia, il compito ogni giorno diverso, viene prima o poi travolto dagli avvenimenti, viene tagliato fuori dal ritmo veloce delle cose che non ha saputo capire ed alle quali non ha saputo corrispondere.
-La vera libertà si vive faticosamente tra continue insidie.
-Naturalmente non posso non sottolineare la cattiveria di tutti i democristiani che mi hanno voluto nolente ad una carica, che, se necessaria al Partito, doveva essermi salvata accettando anche lo scambio dei prigionieri. Son convinto che sarebbe stata la cosa più saggia. Resta, pur in questo momento supremo, la mia profonda amarezza personale. Non si è trovato nessuno che si dissociasse? Bisognerebbe dire a Giovanni che significa attività politica. Nessuno si è pentito di avermi spinto a questo passo che io chiaramente non volevo? E Zaccagnini? Come può rimanere tranquillo al suo posto? E Cossiga che non ha saputo immaginare nessuna difesa? Il mio sangue ricadrà su di loro.
-Si tratta di vivere il tempo che ci è stato dato con le sue difficoltà
-Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo.
-Non basta dire, per avere la coscienza a posto: noi abbiamo un limite, noi siamo dei politici e la cosa più appropriata e garantita che noi possiamo fare è di lasciare libero corso alla giustizia, è fare in modo che un giudice, finalmente un vero giudice, possa emettere il suo verdetto.
-Un partito che non si rinnovi con le cose che cambiano, che non sappia collocare ed amalgamare nella sua esperienza il nuovo che si annuncia, il compito ogni giorno diverso, viene prima o poi travolto dagli avvenimenti, viene tagliato fuori dal ritmo veloce delle cose che non ha saputo capire ed alle quali non ha saputo corrispondere.
Chi è interessato di approfondire la storia di Aldo Moro: Vi consigliamo un grande libro “Prospetto psicografico di Aldo Moro”. Questo libro in un anno ha ricevuto ben otto premi internazionali. Scritto da una scrittrice mondiale Anna Rita Santoro. Editore Italia Semplice. Tra cui ci sono tutte le 87 lettere di Aldo Moro che ha scritto nei 55 giorni come prigioniero dalle Brigate Rosse. Il libro lo potete trovare nelle librerie: Mondadori e Feltrinelli.
Ubaldo Marangio