Per qualcuno questa quarantena dettata dal Coronavirus, potrebbe presagire la fine di una latitanza.Si potrebbe quindi spianare la strada alle Forze dell’ordine, che in questi giorni, non hanno fermato le operazioni di polizia e potrebbero avere da questa situazione drammatica,un aiuto inaspettato. Risultati arrivano subito dalla Calabria, con l’arresto di un boss, latitante da agosto scorso: i carabinieri hanno seguito il suo sodale fino alla villetta, dove si nascondeva. Sulle piazze di spaccio? via le vedette, che non potranno stare più per strada perché potranno essere denunciate.Ma i risvolti ci sono anche sui consumatori finali: non potranno andare facilmente ad acquistare stupefacente e potrebbero anche involontariamente aiutare le forze dell’ordine che, seguendoli, troverebbero i nascondigli dei pusher. Il contraccolpo, negativo per la camorra,arriva coperture dei latitanti che, per mantenere il proprio potere, devono restare stabilmente sul territorio dove il loro clan è influente o almeno tornarci di frequente. Come ha dichiarato Marco Di Lauro, arrestato dopo molti anni di latitanza: lo cercavano in tutto il mondo, dall’Europa dell’Est fino all’estremo occidente, ma dopo l’arresto ha confessato di non essersi praticamente mai mosso da Napoli. Si tratta di reti fitte e complesse, in grado di organizzare gli spostamenti anche in pochissimi minuti,in diverse occasioni le forze dell’ordine sono state a un passo dalla cattura di latitanti arrivando pochi attimi dopo la fuga. Ma cosa succede se l’intera rete non ha provveduto a fare scorte di viveri e viene obbligata a autocertificazioni? Come capitato per altri boss della ‘ndrangheta, possono proprio essere i sodali a tradire e il capo, latitante, che nascosto ha comunque bisogno di cibo e beni di prima necessità e un vivandiere, in una situazione, come quella che stanno vivendo oggi tutti gli italiani, potrebbe essere il giusto mezzo.