In occasione della giornata contro i disturbi del comportamento alimentare lo scorso 15 marzo il cantautore Igor Nogarotto ha pubblicato il suo nuovo singolo che affronta il tema della bulimia. “Eleonora sei normale”, ecco come si intitola il nuovo progetto discografico, è il fulcro del testo del biglietto scritto da Eleonora, prima del suo gesto estremo del suicidio. E’ la frase più importante che Eleonora ricorda le abbia detto la madre, una frase rassicurante, che la riportava appunto alla “normalità”. PaeseRoma oggi vi propone questa intervista esclusiva al cantautore astigiano.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le patologie di tipo anoressico e bulimico rappresentano tra le giovani la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali. Quali sono gli aspetti, tenendo conto di questi dati, sui quali bisognerebbe focalizzare l’attenzione?
«Prevenzione. Per arrivare ad un vero piano di prevenzione occorre intanto parlarne il più possibile ed il mio progetto è proprio stato creato in questa ottica. Quando si riesce ad accendere i riflettori su una tematica, poi in modo più semplice si attivano operazioni funzionali a combatterla. Bisogna informare, far capire che se ci si alimenta poco e/o male si rischia di morire. Bisognerebbe anche impedire al mondo del business legato a prodotti di cosmesi, alimentazione, abbigliamento di continuare a proporre modelli di fisicità che solo persone che si allenano costantemente e che sono seguite da un dietista possono ottenere: questa propaganda su stereotipi che poi i ragazzi cercano di imitare è criminale».
La musica può essere un valida alleata per diffondere la consapevolezza che queste patologie si possono oggi curare? Cosa può fare secondo te un genitore che si trova a dover affrontare questo disagio?
«La Musica parla dritto al cuore, non ha filtri, è un linguaggio universale. Ai giovani e giovanissimi soprattutto, se provi a spiegare i concetti in maniera accademica, rischi di non attirare la loro attenzione: attraverso il veicolo emozionale della Musica invece si possono trasmettere concetti anche difficili, in maniera immediata. Non ho formule “certe” per combattere la patologia. In base alla mia esperienza posso dire che è opportuno cercare un dialogo con il proprio figlio, ma senza essere pedanti nel volere avere a tutti i costi risposte: spesso è controproducente e si causa una chiusura anziché un’apertura».
Del singolo “Eleonora sei normale” è stato realizzato anche un videoclip diretto da Simone Gazzola. Quali sono state, se ci sono state, le maggiori difficoltà che avete incontrato durante le riprese?
«E’ stato complesso. Molto. Ci abbiamo lavorato mesi. La difficoltà era la ricerca di un equilibrio tra il non essere troppo cruenti, ma nemmeno troppo easy: grazie anche al geniale lavoro di metafore sceniche di Simone, secondo me abbiamo trovato una formula elegante, non eccessiva, ma al contempo capace di risvegliare le coscienze, trasmettendo un senso di inquietudine che non può lasciare indifferenti. Se fossimo stati troppo leggeri il messaggio non sarebbe passato, occorreva questa sorta di schiaffo d’amore».
Ci sono state durante le riprese delle scene che ti hanno particolarmente emozionato?
«Delle? Tutte! Devo fare i complimenti all’attrice protagonista, Lisa Parra, giovanissima, ma in grado di interpretare in modo magistrale il ruolo di Eleonora. Ho vissuto un corollario di emozioni diverse, ma sempre intense. La scena di quando mangia la torta è commovente, così come quella finale quando corre verso il mare. Il rituale di quando apparecchia il suo pasto è inquietante. Quando dalla vasca esce dall’apnea percepisco il tragico progetto del suicidio è come se stesse facendo le prove di quando si abbandonerà in mare…».
Nei tuoi testi racconti spesso di impegno sociale. In un particolare e delicatissimo momento come quello che il mondo ora sta vivendo qual è l’appello che vorresti lanciare ai nostri lettori e a tutta l’Italia.
«Non credo agli appelli. Credo che ognuno di noi debba ricercare dentro di sé il modo per stare bene. Va beh, questo potrebbe anche sembrare un appello, ma intimo…».
Qualche anno fa hai realizzato “POPE IS POP”, la canzone-flash mob dedicata a Papa Francesco. La chiesa in questo momento secondo te come avrebbe potuto sostenere la popolazione? Pensi sia presente come dovrebbe?
«La Chiesa dovrebbe fare ingenti donazioni economiche a chi è in difficoltà. No, penso sia completamente assente».
Patrizia Faiello