L’emergenza coronavirus, sta mettendo a dura prova la tenuta del Paese Italia, stante l’impressionante immobilismo del Governo centrale e del Parlamento, che di fatto, sembrano aver abdicato alle loro funzioni, lasciando spazio al protagonismo dei Presidenti delle Regioni, e dei Sindaci, che ne hanno approfittato, e continuano a farlo, per ritagliarsi delle vere e proprie contee di Nottingham in terra italica, nelle quali imporre le proprie leggi, piu’ o meno astruse, ma sempre in violazione dei diritti dei Cittadini. Non contenti di legiferare ciascuno per conto proprio in tema sanitario e sugli spostamenti del Cittadini, gli Sceriffi d’Italia, adesso hanno spostato il tiro anche sulle spese degli stessi Cittadini. A Bollate (MI) il Sindaco, già dai primi giorni di lockdown ha deciso di introdurre la spesa in base al cognome familiare, a giorni ed orari stabiliti, e addirittura possiamo dire che il popoloso Comune dell’hinterland milanese, sia un caso di scuola per la psicologia, rappresentando un esempio di sindrome di Stoccolma di massa, con i Cittadini che, stando ai commenti sui social, appaiono decisamente favorevoli a tali restrizioni, che ai loro occhi, appaiono, evidentemente come facilitazioni o concessioni di rilievo. Ma il massimo dell’efficenza legislativa in tal senso, sembrava averlo ottenuto Thoma D’Addona, Sindaco di Crespina Lorenzana, un piccolo Comune della Provincia di Pisa, che come riportata dalla testata online di cronaca regionale Toscana Gonews.it ha emesso ieri, per poi ritirarla, di fatto, oggi, con un video, trasformandola in un consiglio, un’ordinanza su tetti minimi di spesa nelle varie categorie merceologiche aperte per le spese di prima necessità, per non incorrere nelle sanzioni previste per chi esce di casa senza validi motivi. Nello specifico, per i panifici era necessario spendere almeno 5 euro, per i negozi di alimentari e macellerie, occorreva spenderne almeno 20, ed il limite saliva a 50 euro nei supermercati. Per i tabaccai era vietata la vendita di meno di tre pacchetti di sigarette da 20, a meno che l’acquisto non venisse fatto ai distributori automatici di tabacchi. Neanche le farmacie restavano fuori da questa ordinanza che imponeva l’acquisto di altri prodotti, quali ad esempio, i giocattoli per bambini solo abbinato a quello di farmaci, o parafarmaci, quindi nello stesso scontrino di vendita. Ma la vera perla dell’ordinanza stava nell’obbligo di comunicare, la comprovata esigenza di fare acquisti per importi inferiori, tramite posta elettronica alla Polizia Municipale, specificando i propri dati, il tipo di acquisto che si intendeva fare, la data e l’ora dell’acquisto stesso. Bhè credo proprio che il Sindaco di Crespina Lorenzana, malgrado la precipitosa marcia indietro, sia candidato in pectore, al titolo di Sceriffo d’Italia dell’anno.
Luca Monti
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