«Imporre distanze eccessive tra clienti, così come procedure di sanificazione complesse e l’utilizzo di divisori in plexiglass vuol dire non voler far riaprire i ristoranti». A poche ore dal “Decreto Rilancio” i ristoratori alzano la voce ribadendo la necessità che vengano previste misure di finanziamento a fondo perduto, diversamente, l’80% dei ristoranti sono a rischio riapertura, con ricaduta ad effetto domino sulla filiera agroalimentare italiana. Le notizie che stanno rimbalzando su tutti i media, cosi come i sistemi di aerazione e condizionamento, o ancora le ipotesi di attribuire al titolare del locale la responsabilità diretta in relazione al comportamento individuale di terzi all’interno dell’attività sono fuori di ogni logica,. «Riteniamo folle e privo di senso anche solo ipotizzare misure di tale portata che confermano la poca conoscenza del settore e delle logiche che lo regolano. Non c’è più tempo, servono urgentemente misure pertinenti alla realtà esistente. Chiediamo al Governo di consultarci prima di emanare le nuove disposizioni, coinvolgendo rappresentanti della ristorazione al tavolo decisionale…[..]…” ribadiamo anche la necessità che vengano previste misure di finanziamento a fondo perduto, destinate specificamente alla ristorazione e vincolate all’acquisto di prodotti alimentari italiani. Solo in presenza di tali risorse, l’horeca sarà in grado di riappropriarsi del proprio ruolo, quello di leva economica, imprescindibile, per la filiera agroalimentare, necessario per la ripartenza dell’intero Paese», ribadisce Gianluca De Cristofaro parlando a nome del progetto #FareRete, con pià di 100.000 associati e 29 realtà associative.
Un appello sostenuto anche da Filiera Italia il cui consigliere delegato Luigi Scordamaglia ricorda come : «Il perdurare della chiusura del canale della ristorazione stia provocando un effetto domino sull’intera filiera agroalimentare italiana con crolli di produzione fino al 40% del settore del vino, del 45% dei formaggi tipici e del 35% dei salumi di maggiore pregio, mettendo a grave rischio occupazionale parti rilevanti dei 3,6 milioni di lavoratori dell’intera filiera». Far ripartire subito la ristorazione con regole rigide ma applicabili e non tali da far chiudere comunque l’80% dei ristoranti italiani è l’appello della Fondazione che raccoglie il meglio dell’agroalimentare italiano.