Il Vescovo di Tivoli e di Palestrina, Mons. Mauro Parmeggiani, esprime solidarietà alle Scuole paritarie del proprio territorio diocesano che risentono come le tante altre della nazione dall’essere state pressoché ignorate dal Governo e dal Parlamento nell’assegnare i fondi per la ripartenza delle varie attività del Paese dal 18 maggio p.v.
Il rischio della chiusura di tali scuole è assai elevato ed i fondi assegnati rischiano di non coprire nemmeno la metà delle spese sostenute.
La chiusura delle scuole paritarie sarebbe assai grave perché si priverebbero innanzitutto le famiglie della libertà di scelta di educazione da impartire ai propri figli e molti insegnanti, padri e madri di famiglia, rimarrebbero senza impiego. Spiace poi constatare come in certi ambienti tali scuole siano pressoché abbandonate a se stesse ritenendo che siano soltanto “scuole per i ricchi” quando invece, nelle periferie, sono spesso le famiglie bisognose che si rivolgono ad esse poiché, costrette a lavorare, portano i propri figli a scuola alla mattina presto per poi riprenderli alla fine della giornata. Inoltre, una eventuale chiusura delle scuole paritarie – rischio alquanto probabile se non si porrà rimedio a scelte inidonee finora compiute – comporterebbe la perdita di presidi educativi di alta qualità che hanno formato intere generazioni di cittadini e mantenuto i collegamenti con molte famiglie di alunni di cui ci si è preso cura.
Non si comprende poi dove, nel caso di una loro chiusura, verrebbero collocati dal prossimo settembre gli alunni che si andrebbero ad aggiungere a quelli della scuola pubblica con ulteriori enormi costi e in una situazione nella quale gli alunni di quest’ultima sono già costretti in aule affollate e che, rispettando le nuove giuste misure riguardanti il distanziamento di sicurezza per la prevenzione del contagio da Coronavirus, sarebbero sempre più insufficienti.
Infine, per molte realtà territoriali e comunità diocesane, la chiusura delle scuole paritarie significherebbe perdere anche la presenza di un gran numero di religiose e religiosi che da secoli si sono dedicati all’educazione dei loro alunni accompagnandoli anche al di fuori dei momenti scolastici con grande dedizione e competenza educativa e, anche in questi giorni, si stanno prodigando per aiutare i più bisognosi.
Si auspica che le Istituzioni ripensino alle scelte compiute, e come spesso richiede Papa Francesco, guardino il “centro dalla periferia” per comprendere come essa, già altamente penalizzata su più fronti, sarebbe in questo modo ulteriormente punita.
Liliana Manetti