ol sostengo di Costa Crociere Foundation, da sei anni, è attivo un programma di sostegno alla comunità genovese, grazie al quale la Comunità di Sant’Egidio è riuscita a fare fronte alla richiesta di aiuto per i pasti nei mesi di marzo e aprile 2020, che seguito emergenza da virus cinese Covid-19 è aumentata del +35%.
«La crisi legata al COVID-19 non solo sta colpendo duramente chi si trovava già in difficoltà, ma sta creando nuove situazioni di bisogno sul territorio della nostra città. Per questo, ora più che mai, abbiamo voluto ribadire il nostro sostegno alla Comunità di Sant’Egidio per la distribuzione dei pasti alla mensa di piazza Santa Sabina, la fornitura dei generi alimentari per il pasto freddo e per il progetto “Un tetto per chi non ce l’ha” per l’uscita dalla vita di strada La Comunità di Sant’Egidio è stato il primo progetto in assoluto sostenuto dalla nostra Fondazione, che nel corso di sei anni dalla sua istituzione ha dato vita a un totale di 28 progetti in favore di 30 mila beneficiari diretti: donne in difficoltà, anziani soli, giovani che con fatica costruiscono il proprio futuro. La nostra collaborazione è un esempio virtuoso che dimostra concretamente come la solidarietà possa produrre risultati migliori se può contare su percorsi strategici a lungo termine, in grado di unire le straordinarie capacità operative tipiche di associazioni come la Comunità di Sant’Egidio e la visione di un’azienda leader e impegnata sul territorio come Costa Crociere. Solo in questo modo è possibile fare fronte efficacemente alle situazioni di emergenza come quella che stiamo vivendo e produrre un cambiamento duraturo»,ha commentato Davide Triacca, Segretario Generale di Costa Crociere Foundation. I dati rilevati sono sconcertanti. Dopo la conclusione del lockdown infatti, si è registrato un ulteriore incremento della richiesta di un ulteriore +20%, con l’emergere di nuove situazioni di disagio rimaste , sino a quel momento,sommerse a causa delle restrizioni agli spostamenti e agli accessi ai servizi in centro città da parte di chi proveniva dalle periferie (Val Bisagno, Val Polcevera, Ponente). Nei mesi di marzo e aprile 2020 si è tra l’altro registrato un fenomeno molto preoccupante: un aumento del +30% dei nuovi accessi alla mensa da parte di persone che avevano smesso di chiedere aiuto perché avevano trovato un lavoro, o che si erano sempre tenuti ai margini o all’esterno dal circuito della solidarietà.
In questi mesi la Comunità di Sant’Egidio ha dovuto infatti intensificare la solidarietà verso le famiglie in difficoltà, anziani soli sia a casa che nelle RSA ,bambini e ragazzi delle periferie, verso i senza dimora e i detenuti. Anche il numero delle persone che Sant’Egidio ha incontrato per strada – nonostante i 60/80 posti reperiti dal Comune di Genova per l’emergenza Covid-19 – non è diminuito, un chiaro segnale del degrado sociale e situazioni di povertà emergente. «C’è un campanello di allarme molto inquietante a cui tutta la società deve prestare attenzione Il timore, mentre si allenta il lockdown, è un’esplosione di queste fragilità sommerse che sia difficile arginare: che cosa succederà ora che le persone dalla periferia potranno tornare a spostarsi e ad accedere agli spazi di aiuto del centro? Come risponderemo alle loro domande di supporto? Per questo, mentre ringraziamo della tanta solidarietà ricevuta dai genovesi e da partner consolidati come Costa Crociere Foundation, rivolgiamo un appello a tutti – enti, singoli cittadini, istituzioni – perché si inauguri una nuova stagione della solidarietà, affinché nessuno sia lasciato solo», ha dichiarato Andrea Chiappori, il responsabile di Sant’Egidio a Genova.