Parliamo con Padre Davide Fabbri, personaggio noto alle cronache, che nella sua qualità di esorcista ci ha rilasciato un’intervista sulla situazione della Chiesa in questo periodo di emergenza sanitaria.
Padre Fabbri, molti opinionisti, sia interni che esterni alla gerarchia ecclesiastica, sostengono che la Chiesa sia oggi in forte sofferenza spirituale, e non riesca ad esprimere una propria visione della societa’ e dell’umanita’. Lei cosa ne pensa?
“Certamente la Chiesa, oggi, paga la sua scelta di avere accettato una subalternita’ non dovuta, in punta di diritto nei confronti dello Stato, che si riflette in una prospettiva laica del modo di vivere la fede.”
Si riferisce forse anche lei, come molti osservatori, appunto, alla decisione di non celebrare le messe durante il periodo di quarantena?
“Esattamente. Questo e’ uno dei punti cruciali di quella che definirei come la deriva sociale della Chiesa. Anziche’ farsi valere, ed imporre la propria autonomia ed indipendenza dallo Stato, sancite dal diritto di questo Paese sulla liberta’ di culto, la Chiesa ha scelto di diventare piu’ realista del re, e di accettare di non celebrare messe, cosa gravissima nel periodo cruciale per la fede Cristiana, vale a dire la Quaresima e la Pasqua, e conseguentemente, non puo’ adesso lamentarsi di essere stata messa all’angolo nella societa’ italiana, trattandosi, appunto di una scelta della Chiesa stessa, le cui conseguenze, essendo la scelta profondamente sbagliata non potranno che essere gravi.”
Magari i vertici della Chiesa non hanno voluto assumersi responsabilità di ordine sanitario, od esporsi a multe e pene severe in caso di aumenti dei contagi.
“Se questa sua interpretazione dei fatti fosse vera, sarebbe ancora piu’ grave per la Chiesa, perché cio’ starebbe a significare che essa ha perso completamente l’idea della fede in Dio, intesa come fiducia nella sua azione salvifica per l’umanita’. Ma quello che mi ha maggiormente colpito, e’ stato l’abbandono da parte della Chiesa, di quei pochi sacerdoti coraggiosi che hanno continuato a celebrare messa, durante le restrizioni, ed hanno visto le Forze dell’Ordine entrare nelle loro chiese, ed interrompere le celebrazioni, nemmeno se si fosse in presenza di chissa’ quale attivita’ criminosa, a meno che non si voglia far passare la messa come attivita’ che possa favorire il contagio.
Su questo punto gli osservatori dicono che anche la celebrazione delle messe con i protocolli sanitari in vigore, non sia poi meglio, ed alcuni arrivano a definire la distribuzione Eucaristica sulla mano un’aberrazione se non addirittura una vera e propria eresia. Lei cosa ne pensa?
“Entrambi i termini da lei usati si adattano alla situazione da lei descritta. Si tratta infatti di un’aberrazione se pensiamo all’idea di distribuire l’Eucaristia con guanti e gel igienizzante come se si trattasse di un panino col salame al mercato. Ma con tutto il dovuto rispetto per il mercato, ed i suoi operatori alimentari, i sacramenti sono altra cosa. Ma la distribuzione dell’ostia consacrata diventa una vera e propria eresia se si considera che i movimenti satanisti che vivono nei propri rituali di parodie del Cristianesimo, pagano, anche bene, le ostie gia’ consacrate per usarle, appunto nei propri riti oscuri che diventano cosi’ maggiormente efficaci. La distribuzione dell’Eucaristia in bocca garantisce proprio dalla possibile trafugazione dell’ostia consacrata per tali scopi satanici. Ma la cosa non mi stupisce piu’ di tanto, pensando agli ammonimenti di Padre Gabriele Amorth, forse il piu’ grande esorcista dei tempi moderni, che sosteneva che i primi a non credere piu’ nell’esistenza del Demonio, rinunciando quindi a contrastarlo nella sua azione maligna, sono proprio i ministri della Chiesa di ogni ordine e grado Oltre tutto questo non posso poi non evidenziare il tradimento della Chiesa, con questi suoi comportamenti iperigienisti, verso le figure sante della sua storia bimillenaria. Su tutti San Carlo Borromeo che durante la peste, malattia ben peggiore di questa, distribuiva l’Eucaristia a tutti ed ovunque, anche nei quartieri piu’ esposti al contagio, e certamente senza mascherina e gel igienizzante, cosa che passa la soglia del ridicolo, oltre che del blasfemo. Ma vorrei anche dire a Papa Francesco, che porta lo stesso nome di colui che definiva la morte come una sorella, che la sua Chiesa, oggi, ha perso proprio il senso della morte come evento inevitabile per ogni singolo essere umano, e che puo’ arrivare, in qualsiasi momento, per qualsiasi motivo, non solo per il coronavirus. E proprio perche’ San Francesco considerava la morte una sorella, essa va onorata con funerali degni, non col rifiuto di celebrarli. Una Chiesa che ha paura della morte e non celebra nessun rito specialmente quello funebre per questo, non ha piu’ senso di esistere perche’ in antitesi col messaggio di Nostro Signore Gesu’ Cristo che la morte l’ha sublimata e sconfitta.”
Veniamo adesso all’attualità perche’ so che lei segue con particolare attenzione il caso di Don Gianluca Loda, al quale e’ stato applicato il TSO.
“Innanzitutto la ringrazio per permettermi di parlare di questo caso, perche’ conosco abbastanza le dinamiche giornalistiche e so che si tratta di argomenti dei quali spesso e’ difficile se non scomodo parlare. Sono fraterno amico di don Gianluca Loda, parroco di Castelletto di Leno (BS) e non posso quindi non esprimergli tutta la mia vicinanza spirituale, e smentire la tesi che lo vorrebbe afflitto da patologje psichiche pregresse. In realta’ si tratta di un sacerdote che ha spesso espresso idee scomode per la Chiesa oggi, essendo come il sottoscritto, maggiormente in linea con il Papa Emerito Benedetto XVI che con Papa Francesco. Ma quello che ritengo vergognoso, e’ il silenzio su questo caso di Monsignor Pierantonio Tremolada, Vescovo di Brescia, che oltre a non difendere il suo sacerdote, ha implicitamente avallato la tesi delle patologie psichiche di Don Gianluca, asserendo di aver predisposto per lui un percorso di riposo per ristabilire la sua integrità psicologica. In realtà credo che Don Gianluca sia vittima delle degenerazioni di questa democrazia che sembra essersi trasformata in una viruscrazia, che deve mettere a tacere ogni voce scomoda, o chiunque si opponga a protocolli sanitari di dubbia efficacia. Per questo chiedo a Monsignor Tremolada di rompere il silenzio su questa triste vicenda fugando così i miei dubbi sulla sua complicita’ con questo tipo di regime. Naturalmente sarei lieto di sbagliarmi e di dovermi scusare con lui qualora ricevessi una pubblica risposta.”
La ringrazio per l’intervista concessami.
“Sono io che la ringrazio, come detto prima, per avermi permesso di esprimere la mia opinione su temi controversi come quelli inerenti la Chiesa.”
Luca Monti
“Io aderisco a titolo personale alla campagna #dubitoergosum a difesa della libertà di stampa e di espressione contro la censura.”