Raimondo Rossi, in arte Ray Morrison, è un personaggio eclettico del fashion system Mondiale, un fiore all’occhiello per la creatività targata Made in Italy. Oggi PaeseRoma vi propone questa intervista esclusiva al fotografo, stylist e art director perugino seguito e stimato in tutto il mondo per la sua versatilità artistica. Buona lettura!
Dopo aver maturato diverse esperienze in numerose sfilate e backstage, oggi sei concentrato sullo styling, direzioni creative e il fotogiornalismo. Quando ti sei reso conto dell’importanza di tutto questo nella tua vita?
«Entrare nel campo artistico, quindi nella fotografia di backstage, è stato interessante perché mi ha permesso di cambiare la vita che conducevo e l’ha resa più internazionale. Infatti in Italia ogni anno, a rotazione, vengono a sfilare stilisti da tutto il mondo. In seguito, ho sentito l’esigenza di ampliare la mia ricerca estendendola a qualcosa di più profondo, per poter dare un messaggio più importante, ed è per questo che ora mi concentro anche su ritrattistica ed editoriali. In questo modo posso lavorare anche con persone estranee all’ambito della moda e accompagnarle a farne parte».
Riguardando i tuoi album fotografici a quali foto sei maggiormente legato e perché?
«Sono legato alle collezioni, alla ritrattistica o a alcuni servizi più recenti. In questi ultimi sono più me stesso. Andando avanti, ti conosci sempre di più e capisci anche per quale motivo stai facendo una determinata cosa e il messaggio che vuoi esprimere. Forse lo studio sulle pelli, fatto un anno fa “My skin” è uno dei progetti a cui tengo di più, poiché come abbiamo visto negli ultimi accadimenti, c’è sempre un grande bisogno di trasmettere concetti anti-discriminatori. Proprio oggi, è stato menzionato e esposto in Cina, in un sito che è un “Visual-virtual Art Center” e presentato al pubblico cinese».
Cosa vuoi comunicare con il tuo stile?
«Riguardo al discorso dello stile e al mio propormi in maniere sempre differenti, da stili sportivi a stili eleganti, ciò che voglio comunicare è abbastanza semplice, ma allo stesso tempo difficile da applicare e da digerire, sia per quelli che lavorano nella moda sia per le persone comuni. Voglio trasmettere l’idea che ogni persona, non solo chi lavora nella moda, può creare un proprio stile e questo stile può essere veramente interessante ed efficace. Ma da una parte, le persone della moda vorrebbero mantenere una sorta di potere decisionale su cosa sia meglio indossare, dall’altra parte le persone più “semplici”, si portano dietro spesso delle insicurezze e hanno bisogno di conferme proprio da parte della fashion industry».
In una situazione che vuoi catturare e valorizzare predomina l’improvvisazione o lo studio dell’immagine?
«Sicuramente prevale l’improvvisazione. Questo significa che nessun ritratto e nessuno shooting è stato preparato con cura in anticipo. Devo vedere al momento come posso trarre il massimo da quello che ho. Nello stesso tempo, nel giorno dello shooting o nel momento del ritratto studio mentalmente l’immagine migliore e la composizione della fotografia».
Cos’è per te la bellezza e l’armonia?
«È una sensazione che ti arriva da qualsiasi parte. Può venire da un paesaggio, da un viso, da un outfit, da un dipinto, da una parola. Bellezza e armonia è tutto ciò che crea energie positive».
A cosa e a chi vorresti dedicare un reportage, ma non hai ancora potuto farlo?
«Alla storia di Andy Ruiz, nel pugilato, e ai dietro le quinte della notte degli Oscar».
Secondo te cosa colpisce di Raimondo?
«Credo che a colpire sia il senso di libertà, il fatto di essere nella moda e nella fotografia, ma senza appartenerci al 100%. Probabilmente, piccola anticipazione, in una copertina che uscirà negli Stati Uniti il prossimo mese, il titolo sarà proprio riferito a questo, a questa sensazione di libertà che trasmetto. Non posso che esserne felice».
Le tue origini sono italiane ma spesso sei all‘estero. In questo particolare momento qual è il messaggio che vuoi rivolgere all’Italia e al settore che ti rappresenta che è purtroppo tra i più penalizzati?
«Di non mollare. Il mondo della fotografia e il mondo della moda sono entrambi molto importanti, mondi a cui le persone si rivolgeranno sempre e che sempre interesseranno. Per questo motivo, anche se stanno iniziando a vedersi con prepotenza le modelle virtuali, anche per le copertine, dobbiamo continuare a nutrire entusiasmo e creatività in questo settore. Questo è un po’ quello che faccio in fotografia non permetto all’alta tecnologia di entrare troppo a far parte di quello che faccio».
Quali saranno i tuoi progetti futuri?
«Iniziare a viaggiare dopo questi mesi di lockdown, sperando che le cose vadano per il meglio. Per settembre e ottobre dovrei essere a Los Angeles, perché ci saranno degli eventi importanti, e spero che questo sarà possibile».
Patrizia Faiello