«L’anemia cronica si accompagna a diverse condizioni patologiche e costituisce ancora un grave problema medico con poche opzioni terapeutiche. Può compromettere la capacità di una persona di condurre una vita normale a causa dell’affaticamento e può esacerbare condizioni mediche coesistenti come malattie cardiache o polmonari. Le misure adottate per ottimizzare o migliorare i livelli di emoglobina sono di vitale importanza, in particolare nei pazienti con sindromi mielodisplastiche che spesso devono convivere con l’anemia per molti anni. Attualmente, l’anemia cronica é trattata con trasfusioni ematiche o con ormoni stimolanti l’ eritropoiesi che agiscono aumentando la produzione dei globuli rossi», cosi ha dichiarato Silvana Di Giandomenico, che ha poi aggiunto: « Ma queste terapie sono costose, laboriose e a volte poco efficaci. Recentemente il nostro gruppo di ricerca ha pubblicato un lavoro sulla prestigiosa rivista scientifica “Blood” in cui riportiamo l’identificazione di nuovi meccanismi di controllo della produzione dei globuli rossi nel midollo osseo. Questo lavoro pone le basi per lo sviluppo di nuovi classi di farmaci che agiscono con un nuovo meccanismo d’azione e che quindi ci auguriamo possano migliorare la terapia dell’anemia cronica in modo significativo»,
Silvana Di Giandomenico, una giovane ricercatrice italiana associata presso Weill Cornell Medicine, rappresenta ancora una volta, ed è l’esempio tangibile dell’annoso dramma dei “cervelli in fuga”, universalmente noto con l’espressione inglese “human capital flight o spesso brain drain”, ovvero l’emigrazione di talenti con alta specializzazione professionale formatesi nel nostro Paese verso Paesi stranieri, ma che diversamente, non avrebbero avuto possibilità di un lavoro adeguato e tantomeno di fare ricerca per la mancanza risorse e di investimenti nel settore. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca presso l’Istituto Mario Negri di Milano in collaborazione con Open University, avendo come mentore Maurizio D’incalci ( premio FIRC per la ricerca sui nuovi farmaci per i tumori), ha completato la sua formazione post-dottorato presso il laboratorio di Joseph Scandura nel 2019. Ha pubblicato 20 articoli scientifici su riviste ad alto fattore di impatto come Cell Stem Stem Cell, Blood, Oncogene, Cancer Research.
I risultati delle sue ricerche sono stati alla base di nuovi studi clinici per il trattamento di pazienti con neoplasie mieloproliferative. Inoltre, ha messo a punto un metodo del tutto originale per espandere in vitro le cellule staminali ematopoietiche umane adulte su scala clinica. Lo sviluppo di tale metodo è di grande importanza perchè rende possibile superare quella che è la principale barriera critica alla terapia genica umana di malattie come talassemia, anemia falciforme e anemia di Fanconi. Ci sono già degli studi clinici in corso che sono stati attuati applicando il metodo sviluppato da Silvana Di Giandomenico per l’espansione delle cellule staminali ematopoietiche .che stanno mostrando il potenziale impatto della nuova metodica per la cura di diverse malattie umane per le quali le terapie esistenti non sono soddisfacenti.
Foto archivio Silvana Di Giandomenico