Strutture private riempite di minori sottratti ingiustamente alle famiglie in cambio di pacchetti elettorali. Ai microfoni di Paeseroma.it finalmente la prof.ssa Vincenza Palmieri, fondatrice della “pedagogia familiare” in Italia (che riporta nei propri intenti la stessa Dichiarazione Universale dei Diritti Umani), presidente dell’INPEF (Istituto Nazionale di Pedagogia Familiare), svela il meccanismo che dopo l’abolizione del sistema manicomiale amministrato dallo Stato, avvenuta con l’entrata in vigore della legge Basaglia del 1978, ha portato gradualmente ad uno strapotere di enti privati che, spesso attraverso figure professionali senza adeguata competenza che agiscono a seguito di una segnalazione che può essere anche anonima, “rimbalazan” il minore “problematico” da una struttura privata all’altra in una spirale senza uscita di provvedimenti e restrizioni volti a tenere il minore “tutelato” separato dalla propria famiglia di origine; il perchè di questo è facile da intuire se si pensa che ogni bambino “frutta” alle strutture che lo ospitano dalle 70 alle 400 euro giornaliere. Un business questo che trova in Italia, ma non solo in Italia, molte analogie con quello del welfare dei migranti.
Il percorso speculativo, spiega la Palmieri, è lungo e complesso e comincia con una segnalazione che arriva ad una struttura privata che ha vinto un bando comunale che inoltra il minore presso un’altra struttura che attraverso un lungo iter di valutazioni determina la situazione familiare esaminando non solo il bambino ma anche tutti i familiari ad esso vicini. Dopo la valutazione da parte di queste strutture, che spesso si dotano di nomi rassicuranti e positivi, le famiglie ricevano a casa la visita di un’altra cooperativa rappresentante la così detta “educativa familiare” che non di rado si presenta attraverso personaggi anche stranieri di dubbio valore professionale incaricati di presentare alla famiglia un progetto educativo. Un circuito di cooperative tutte convenzionate e che hanno tutte vinto il bando comunale. Nonostante tutti questi “aiuti”, continua a spiegarci la presidente INPEF, il minore viene a questo punto del percorso di assistenza allontanato dalla famiglia di origine nel 93% dei casi ed inserito nell’ennesima struttura privata. Ed è proprio in mano di questa enormità di privati, in 8000 comuni in Italia attraverso l’applicazione della legge 328 del 2000, che questo orrore Italiano si sviluppa sotto gli occhi dei cittadini e del governo.
Importante è ricordare e capire, conclude la Palmieri, che in questi 8000 comuni al di sotto dei 5000 abitanti tutte queste strutture private agiscono attraverso la vincita di un bando comunale, dunque legato all’agire della Pubblica Amministrazione, che spesso è supervisionato e guidato dai dirigenti più potenti dei territori che permettono il perpetrare di questi abusi ai danni dei minori e delle famiglie perché ciò comporta l’avere un ampio bacino di voti assicurato. Fintanto che questo sarà possibile, quello che chiamiamo “supporto” per i minori e per le famiglie rimarrà un sistema ingannevole, corrotto, violento, ingiusto e terribilmente legato a questo business dei sequestri di Stato in cambio di consenso elettorale.