Questo articolo nasce piu’ col cuore che con la mente. Lo scrivente, infatti, non puo’ non essere rimasto colpito dalla tragica fine di Luca, ristoratore 44enne che, impaurito dalle prospettive di una crisi economica infinita, a seguito della pessima gestione del post chiusura, da parte delle istituzioni, ha deciso di farla finita con la vita, lasciando una moglie due figli, ed il fratello, suo socio in affari. Non sono rimasto colpito solo per la tragedia umana che questo episodio rappresenta, ma per la sua vicinanza. Il locale di Luca, infatti, e’ a poche centinaia di metri da casa mia, ed insieme a mio padre, negli anni ’80 eravamo spesso a pranzo li’. Insomma roba di quartiere, e chi non e’ fiorentino, forse non capisce, quanto il quartiere sia sentito, e vissuto, in questa citta’. Anche il titolo dell’articolo, e la foto di copertina, nascono nel quartiere. Prima di ricevere dai quotidiani locali la notizia della morte di Luca, infatti, stavo facendo una passeggiata serale con mia moglie, per le strade del mio quartiere appunto, quando la nostra attenzione e’ stata attirata dal foglio di carta gialla attaccato all’ingresso di un altro locale famoso gia’ dalla precedente gestione per le affissioni goliardiche, che abbiamo deciso di fotografare come ci capita di fare con altre curiosita’ durante le nostre passeggiate. Purtroppo stavolta la goliardia si e’ trasformata in profezia, ma io voglio andare oltre e trasformarla ulteriormente in un’analisi della situazione di Firenze, oggi. Ebbene, pur non avendo vissuto i tempi passati ovviamente, credo di poter dire che oggi Fiorenza, a me piace chiamarla cosi’ sia davvero l’ombra di se’ stessa. Da vanto dell’Italia nel mondo, in pochi decenni sembra essere diventata una citta’ fantasma, spaurita, incapace di rialzare la testa per combattere i colpi del destino, che pure ha picchiato duro, qui come ovunque nel mondo, ma dai cui attacchi ha sempre saputo uscire. Sembra quasi che il fiorentino stesso abbia subito una mutazione antropologica trasformandosi da guerriero, non a caso la Florentia romana, era nata come castrum, quindi come base militare per una legione in terra etrusca, a suddito prono ai voleri del sovrano di turno, e del fato. Non voglio entrare in politica ma certamente quasi un secolo di ininterrotta gestione monocolore del potere locale e del suo sottobosco, ha evidentemente reso avvezzo il cittadino a certe dinamiche psicologiche svirilizzanti, necessarie per tirare a campare in un contesto falsamente inclusivo, che oggi, a causa di questa perdurante incertezza economica piu’ che sanitaria, sta mostrando tutti i propri limiti, e le proprie, enormi contraddizioni, prima fra tutte la gestione del turismo. Oggi tutti i media ed i politici, fanno a gara, a chi si lamenta di piu’ per la totale assenza del turismo, mentre fino a pochi mesi fa non facevano altro che ripetere il mantra “basta turismo di massa”. Quanta ipocrisia! E’ ora di finirla con questo approccio ideologico all’economia. Firenze, senza turismo non puo’ vivere, cari signori politici romani e fiorentini, perche’ anche per le vostre decisioni e mancate scelte passate, non ha saputo crearsi una valida alternativa economica. Non sta a noi trovare le soluzioni a questa crisi spaventosa, ma a voi che siete pagati da noi per questo. Ma dovete farlo subito perche’ a Firenze c’e’ la morte!
Luca Monti