In un comunicato stampa la SIGEA (Società Italiana di Geologia Ambientale) parla chiaro in occasione del cinqantesimo dell’alluvione di Genova del 1970 (che contò tra il 7 e l’8 ottobre 35 morti). relativamente al rischio idrogeologico che investe la penisola: «Saremo costretti ad aggiornare il Rapporto periodico sul Rischio posto alla Popolazione italiana da frane e inondazioni. Dal 1969 al 2018 ben 3629 località italiane e 2.068 Comuni sono stati interessati da frane e inondazioni con 1713 morti, 320.117 evacuati e senza tetto. Un dato che dobbiamo già aggiornare, stando alla cronaca proveniente dal Piemonte, Lombardia, Liguria e Campania con crolli di importanti ponti risalenti all’epoca romana e soprattutto ancora morti. Incredibilmente abbiamo visto immagini di case a pochi passi da torrenti o fiumi. Il timore – ha concluso Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – è che con ogni probabilità saremo costretti ad aggiornare ancora i bollettini»
Inoltre la SIGEA continua denunciando l’insostenibilità delle politiche nazionali e locali che insistono sulla realizzazione di nuove opere strutturali a discapito della limitazione del rischio idrogeologico e delle campagne di sensibilizzazione che dovrebbero su questo argomento essere messe in atto. Il presidente Antonello Fiore dichiara che in 50 anni in Italia si sono registrati 1700 morti in seguito ad eventi di alluvioni e frane.
Relativamente alla situazione di Genova il geologo Guido Paliaga afferma: «Il 72% della superfice che si trova al di sotto dei 50 metri di quota è stato modificato. Questo significa creare delle forti condizioni di pericolo. C’è una vera congestione del costruito che aumenta il rischio alluvionale a Genova. Abbiamo avuto importanti alluvioni nel 1970 e nel 2014 e siamo in presenza di fenomeni alluvionali che si ripropongono ogni 50 anni. Siamo in presenza di un territorio con forti criticità»