In anteprima assoluta e come evento alla Festa del Cinema di Roma, mercoledì 14 ottobre alle ore 21:00, presso il MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI secolo, sarà presentato il film “Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma”, diretto da Giulio Base, prodotto da Altre Storie e Clipper Media con RAI Cinema e interpretato da Bianca Panconi, Emma Matilda Lió, Daniele Rampello, Irene Vetere, Francesco Rodrigo, Marco Todisco, Domenico Fortunato, Aurora Cancian, Lucia Zotti e Alessandra Celi. Il film, che è stato girato esclusivamente nella Capitale, nello splendida cornice del quartiere ebraico, del Lungotevere e dell’Isola Tiberina, si avvale delle scenografie di Walter Caprara, della fotografia di Giuseppe Riccobene e dei costumi di Magda Accolti Gil, ed è stato scritto da Giulio Base, da Israel Cesare Moscati, regista e sceneggiatore recentemente scomparso e da Marco Beretta. Il produttore esecutivo è Cesare Fragnelli.
Un cielo stellato sopra il ghetto di Roma racconta la storia della Shoa, una delle insanabili cicatrici della storia dell’umanità, ma lo fa in modo inedito, attraverso l’avventura e la ricerca della verità da parte di un gruppo di giovani ragazzi. In particolare narra le vicende di Sofia e quella di un gruppo di ragazzi cristiani ed ebrei, dove il passato si intreccia col presente. Il ritrovamento di una lettera e di una misteriosa foto di una bambina porterà Sofia e i suoi giovani amici alla ricerca della verità. Una storia in cui il dolore si unisce alla speranza e in cui diverse religioni diventano una cosa sola. Cercando di svelare il mistero che si cela dietro quella foto, Sofia e i suoi amici affronteranno quindi un avventuroso viaggio attraverso la memoria di un passato doloroso e difficile da dimenticare come quello del rastrellamento del quartiere ebraico di Roma e insieme, attraverso l’amicizia e il ricordo, riusciranno a trasformare tutto questo nell’occasione per ritrovare una nuova speranza.
“Il nostro film – sottolinea il regista – vuole restituire la drammaticità di una singola storia, intrecciando e accompagnando lo spettatore in un viaggio introspettivo nella coscienza di un gruppo di adolescenti, qualcuno ebreo, qualcun altro no: bisogna continuare ad approfondire, a studiare, soprattutto a frequentarsi fra le diverse religioni, perché anche l’indifferenza può diventare peggio dell’odio…della Shoah non si parlerà mai abbastanza”.
di Marcello Strano