Viviana e Gioele, una mamma e il suo bambino. E sullo sfondo una tragedia. Il giallo che ha sconvolto la nostra estate, più dei contagi da Covid-19. Tutti ricordano il volto solare della dj torinese, trapiantata per amore in Sicilia e quello del suo bambino, un angelo biondo e sorridente. Tv, giornali, rotocalchi non hanno lesinato quelle foto serene per giorni e giorni. Mamma e figlio, lo rammentiamo, sono stati trovati morti nelle campagne di Caronia, in provincia di Messina, la prima l’8 agosto, il bimbo 11 giorni dopo. Subito sono state avanzate svariate ipotesi. Nei primi giorni di ottobre i risultati dell’autopsia hanno confermato la pista investigativa dell’omicidio suicidio. Il volo dal traliccio non sarebbe stata una caduta accidentale ma la volontà di chi intende farla finita. Non si tratterebbe di una arrampicata sulla struttura per cercare il bimbo perduto nel bosco. Viviana aveva Gioele tra le braccia, non può esserle sfuggito. Quasi sicuramente ha cercato il suicidio e lo ha trovato. Questa è l’agghiacciante verità, secondo gli inquirenti. Rimane senza spiegazioni il ritrovamento dei due corpi a distanza ma in questo caso, ed è raccapricciante il solo pensarci, potrebbero essere stati i cani selvatici a spostare i cadaveri. Dall’esame autoptico, nei giorni scorsi è emersa una novità, un vero e proprio colpo di scena che cambia decisamente il quadro investigativo. Sul gomito di Viviana è stato rilevato un morso che farebbe prendere quota all’ipotesi della aggressione del branco di cani. Sebbene l’indagine non faccia registrare grandi progressi, si riparte da questo particolare per ricostruire un quadro ancora poco chiaro. Perché una giovane mamma felice, baciata dalla fortuna di uno splendido figlio e dall’amore di un uomo che per lei stravedeva decide di farla finita? E qui subentrano le storie personali, il vissuto di un’anima tormentata, i rapporti con Daniele Mondello, suo marito. Viviana Parisi era assediata dalle angosce e dalla paura, vedeva pericoli dappertutto, insidie in agguato per il suo bambino, nemici da cui voleva proteggerlo. In quel tragico 3 agosto, percorrendo l’autostrada Messina-Palermo a bordo di un’Opel Corsa insieme a Gioele, ha avuto un incidente all’altezza della galleria Pizzo Turdo. In un lampo ha preso in braccio il bimbo, ha scavalcato il guardrail e si è persa nel bosco. E da qui inizia il mistero. Non era un mistero però la sua condizione psichica per cui Viviana non doveva essere lasciata sola. Per questo torniamo a porci gli stessi quesiti di sempre: chi era realmente Viviana? Che tipo di vita le aveva riservato il suo ruolo di madre e moglie? La vivace dj torinese trapiantata in Sicilia per amore, era realmente realizzata in famiglia? Per lungo tempo tale aspetto è rimasto assolutamente in ombra ma ci sarebbero novità. Ė emersa una amara verità da parte del marito Daniele: la donna temeva di essere stata tradita. Questa l’angoscia che la ossessionava, il dolore che in una psiche fragile potrebbe aver contribuito a una ulteriore devastazione emotiva. Viene fuori che, nel pomeriggio del 26 giugno – poco più di un mese prima che si consumasse la tragedia – Viviana chiede al marito di allontanarsi di casa insieme al bimbo. In sintesi: lo caccia. Secondo il racconto dell’uomo, temeva che potesse succedere qualcosa di grave a entrambi. L’ossessione le veniva da una vicina di casa, Caterina, che secondo Daniele era soltanto una immaginazione della moglie. Purtroppo sulla instabile personalità della donna nessuno ha approfondito. Nell’ultimo periodo per ben due volte è stata chiamata l’ambulanza per non meglio chiariti attacchi di panico che l’avrebbero colpita. Il 27 giugno, un giorno dopo l’allontanamento da Daniele, lo avrebbe chiamato confessando di aver ingerito cinque o sei compresse in una volta sola, per farsi del male. In questo forse è racchiusa la chiave del giallo. Poi l’angoscia, l’ipocondria, la paura di poter contrarre il coronavirus. Tutti fantasmi che nessuno ha provato a dissipare, un male di vivere che nessuno ha raccolto, lasciandola sola con Gioele, il suo grande amore che forse, nella sua disperazione ha voluto portare con sé. Sebbene tutte le piste siano possibili in questo incredibile giallo di agosto, non è difficile ipotizzare che il grande turbamento da cui la donna era afflitta possa averla indotta a gesti estremi. A tale ipotesi si ribella Daniele: troppo grande era l’amore di Viviana per Gioele, perché potesse solo pensare alla peggiore delle ipotesi. L’uomo avanza invece l’idea di un duplice omicidio, avallando in qualche modo le paure della moglie. Di fatto, nonostante manchino assolute certezze, una cosa è sicura: il grido di dolore di Viviana non è stato ascoltato. Di tragedie familiari ne abbiamo viste troppe, perché si continuino a ignorare inquietanti segnali. Di questo, le istituzioni e i servizi sociali debbono farsi carico.