Ci mancava solo questa stortura, l’ordinanza del ‘Coprifuoco’ sollevato dai burocrati in parlamento senza arte né parte a risolvere le vere questioni.
Eccole le sberle, le cartelle esattoriali, l’errore di chiudere per salvarci la pelle “ma che di certo non salverà la nostra economia ormai svalvolata verso l’increscioso debito pubblico. La verità è che più passano i giorni, più cadiamo dalle nuvole ricordando a noi stessi che il vaccino-possa salvarci “tutti”. Mi spiace, ma guardiamo con occhi severi la realtà” Cioè?
Ci sono in ballo migliaia di piccole medie-imprese che se prima pagavano contributi prosperi e stipendi sicuri ai loro dipendenti, da qui in avanti nell’incertezza saranno costretti ad acque torbide per l’accumulo di tasse in quanto non precipitosi di giungere alla calda estate del prossimo anno, dove vedranno loro stessi insolventi con un calo spropositato del potere d’acquisto (in parte già accade) e lì caschiamo nel doppiofondo del tessuto economico.
Eppure si evidenziava ripercorrendo il sistema amplificatore delle conferenze che la situazione fosse ben diversa, e da statista quale è l’Esecutivo a lavoro -repetita iuvant- sarebbe stato vigile nel risolvere “questioni prioritarie”.
Ma le discrepanze sono emerse dal cilindro pensando di offrire come unico paravento alla seconda ondata ‘il Coprifuoco’, schiarito a bandire le attività notturne tra le quali (bar e ristoranti) soffocate dalle ore 23 alle 5 crocevia per la movida feroce.
Dunque non ci resta che rassegnarci alla realtà dei fatti che contano.Prima erano i governatori, nello spartiacque adesso ci sono finiti i sindaci che dovranno in fretta e furia localizzare le zone rosse, appurando controlli e inseguendo le gesta dei malcapitati. Un prospero consiglio?
“Al campanile insoddisfacente e alle guerre ideologiche si risponda velocemente con la ragionevolezza, dopodiché deponete meriti e rancori; spento il coprifuoco resterà il gonfiore dell’ego. Agli Italiani interessa tutt’altro”.
Giuseppe Rigotti