Estratto dalla puntata “Nel cuore d’Italia” del 30 novembre 2020, andata in onda su Supernova Amici tv, canale 14 del digitale terrestre e su VideoLazio24.
La Cooperativa “29 giugno” ha fallito e i dipendenti non ricevono più lo stipendio e la cassa integrazione.
“Di 1260 dipendenti solo pochi sono stati riassunti, ma la maggior parte no. C’è una trattativa con AMA per riassumerne una parte, ma 500 – 600 di loro sono ancora precari o disoccupati” dice Buzzi.
La trasmissione ha invitato a partecipare anche il responsabile FP. CGL Ama Alessandro Russo, che però ha rifiutato l’invito.
“Un vero e proprio pregiudizio verso di noi” afferma Buzzi “Con la loro gestione gli stipendi sono stati ridotti e i lavoratori sono a casa. Dov’era la CGL in quei momenti?”
Rita Bernardini è in sciopero della fame per amnistia, indulto e liberazione anticipata speciale.
“Il reinserimento sociale è previsto dalla nostra costituzione” afferma la Bernardini “Norme che non sono mai state attuate. C’è un problema gravissimo nelle carceri, sono luoghi criminogeni in cui la recidiva si avvicina all’80%. Le regioni fanno ben poco da questo punto di vista. Inoltre la pandemia si è diffusa anche nelle carceri”.
Intanto i locali della Coop. “29 giugno”, arrivata al fallimento, sono stati messi in liquidazione coatta.
A digiuno anche Buzzi, che si associa al digiuno della Bernardini: “In questi giorni ci stanno arrivando molte adesione dalle carceri. Inoltre ci stiamo occupando della questione dei sequestri preventivi antimafia, perché molte persone scagionate vedono comunque le loro imprese sequestrate e restituite a distanza di tempo completamente fallite. Questo perché gli amministratori giudiziari non hanno esperienza d’impresa, nonostante i loro compensi stratosferici.”
Nell’ultimo libro di Buzzi “Se questa è mafia” lancia un appello a Salvini per sfoltire le carceri.
“La non-violenza significa ricercare il dialogo” afferma la Bernardini “Ogni anno si verificano nel nostro paese circa 1000 errori giudiziari, che poi all’esito del processo vengono riconosciuti innocenti e lo Stato deve risarcirli. Questo meccanismo non funziona. I tribunali sono paralizzati, ingolfati. Una giustizia ritardata è una giustizia negata”.
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Redazione