Di Carlo Priolo
Carissimi Magistrati,
non si salva il prestigio della Magistratura mettendo in scena la celebrazione della Dea Giustizia (Iustitia) con la toga rossa ornata di finto ermellino e “laudando” i servitori dello Stato, che non mancano; dimenticando che i cittadini sono anch’essi servitori dello Stato collettività ovvero presagendo future mutazioni sociali. Una ulteriore parata dell’ovvio, l’utilità dell’inutile.
L’inaugurazione dell’anno giudiziario, funditus, è stata concepita in una cornice autorevole e alla presenza delle più alte cariche dello Stato, una analisi per esporre da parte dei vertici del Corpo della Magistratura una valutazione spietata del bilancio di un anno di attività giudiziaria, del lavoro effettuato, della produzione realizzata (sentenze, decreti, ordinanze, istruttorie, conferenze di servizio, complesse operazioni organizzative, impegni incessanti per riduzione di costi e acquisizione di risorse economiche ed umane, relazioni con altre istituzioni, ascolto delle esigenze dei cittadini, partecipazione alla stesura di disegni di legge etc.), delle risorse utilizzate, dei cambiamenti effettuati, delle carenze registrate al fine di progettare per il nuovo anno interventi migliorativi sulla base dei finanziamenti disponibili e delle richieste da avanzare al Governo per ottimizzare l’intera amministrazione della Giustizia italiana. Un lavoro simile a quello dell’imprenditore di una grande azienda piuttosto che un rito apotropaico autorefenziale, che può tradursi in condotte decettive.
Per dare senso appare necessario abbattere una ideologia esiziale imperante quella di appartenere ad un élite di persone dotate per virtù divine di prerogative speciali, non comuni, superiori alle umane miserie, poste in posizione di giudizio e di comando, esenti da dover rispondere dei propri errori inescusabili, delle proprie colpe, delle proprie negligenze, privilegiate di poter valutare le responsabilità degli altri esonerate da quelle proprie.
Una ideologia pervasiva che omologa gran parte dell’universo politico nazionale e sovranazionale, la c.d. ideologia di sinistra, un tempo centrata in quella sovietica, il dominio dell’U.R.S.S. monopolio mondiale delle rivoluzioni per l’uguaglianza, la libertà, l’autodeterminazione dei popoli; oggi semplicemente Russia rinnegata e vituperata. L’U.R.S.S. si era, con la connivenza dei partiti comunisti europei e del terzo mondo, intestata arbitrariamente la difesa degli oppressi e delle lotte contro gli imperialisti americani ed europei.
Un piccolo esempio nostrano sono quei giornalisti disperati de “Il fatto quotidiano” cacciati dal giornale di partito l’Unità, per essere sostituiti dalla virago Concita de Gregorio, assunti a demiurghi dell’informazione. Dicono di aver letto Marx, ma non hanno letto neppure Topolino.
I superbi Magistrati ancora ci massacrano con quelle formulette fosforescenti: irricevibile, improcedibile, inescusabile, tardivo, segue la soccombenza (i soldi degli altri), non appare convincente etc. Invece di continuare a consultare i codici, nei ritagli di tempo, potrebbero tentare di studiare la storia, non la storiografia di sinistra fuorviante e falsa, e cercare di comprendere che per le grandi mutazioni sociali devono nascere uomini come Martin Lutero, Tommaso Munzen, Giovanni Calvino, Tommaso Moro. La guerra dei trent’anni, la pace di Westfalia, Pietro il Grande, l’europeizzazione della Russia, l’impero ottomano e l’Europa, la società liberale gli Stati Uniti d’America; Pietro Verri, Cesare Beccaria, Gian Battista Vico. Ma sarà la storia, non quella della conoscenza che si ricostruisce dopo gli avvenimenti, ma il dinamismo della vita reale, dell’agire, dei fatti sociali, a debellare la traballante Supercasta dei Magistrati italiani.
Solo chi condivide i Vostri valori vi può criticare, segnalare errori e difetti tanto da legittimarVi e rendere il Vostro agire più efficace ed efficiente, altrimenti non avrebbe interesse a subire i Vostri strali ingiustificati.
Quello che dico l’ho imparato tardi all’età di 71 anni da un bambino che all’età di 10 anni ha scritto un tema sul “rispetto”.
Redazione