Di qualche settimana fa è l’annuncio della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, della presentazione, in primavera, di un quadro giuridico sull’intelligenza artificiale (IA).
Ad appena un anno di distanza dal Libro Bianco sull’IA – che ha posto le basi per la tutela dei diritti e la promozione dell’innovazione nel campo dell’AI – l’Europa, con questo documento primo al mondo nel suo genere, si pone all’avanguardia nella regolamentazione del settore delle nuove tecnologie, portatore di enormi potenzialità ma anche di molte insidie.
Nel Libro Bianco la Commissione europea ha tentato di adattare il ricco quadro normativo europeo già in essere alle specificità collegate ai nuovi sistemi di IA: si pensi ad esempio alla Direttiva sulla sicurezza dei prodotti nonché al Regolamento sui dispositivi medici.
Del resto, la rapidità con cui l’IA si sta sviluppando ci preannuncia che cambierà considerevolmente le nostre vite migliorando l’assistenza sanitaria (diagnosi più precise e migliore prevenzione delle malattie), l’efficienza dei sistemi di produzione, dell’agricoltura e della sicurezza dei cittadini europei, contribuendo alla mitigazione dei cambiamenti climatici e apportando ulteriori novità che possiamo solo iniziare a immaginare.
Appare allora fondamentale – nell’era post Covid e in un contesto di forte concorrenza globale – favorire i progressi scientifici, preservare la leadership tecnologica dell’UE e garantire che le nuove tecnologie siano al servizio di tutti i cittadini europei nel rispetto dei diritti.
Il quadro normativo dovrebbe concentrarsi su come ridurre al minimo i danni potenziali, sia materiali (quando incidono sulla salute e sulla sicurezza delle persone, provocando perdite di vite umane o danni patrimoniali) sia immateriali (quando incidono sulla privacy, sulla libertà di espressione, sulla dignità umana o discriminino, ad esempio, nell’accesso all’occupazione).
Il settore della responsabilità civile per danni e pregiudizi arrecati dai sistemi di IA non prevede disposizioni chiare in materia di sicurezza e ciò crea, oltre ai problemi diretti per i danneggiati, anche incertezza giuridica per le imprese che commercializzano quei prodotti, pregiudicandone la competitività.
La mancanza di prescrizioni chiare rende difficile ottenere una tutela per i cittadini. Solo per fare un esempio: cosa avviene se, a causa di un difetto della tecnologia di riconoscimento degli oggetti, un’auto a guida autonoma, erroneamente, identifica un oggetto sulla strada, provocando un incidente con lesioni alle persone?
I danneggiati potrebbero non avere accesso agli elementi probatori necessari per incardinare un’azione giudiziaria, per cui le loro possibilità di ottenere un’effettiva riparazione del danno potrebbero essere inferiori rispetto alle situazioni in cui il pregiudizio è causato da tecnologie tradizionali.
Certo, esiste un vasto corpus di norme dell’UE in materia di sicurezza e responsabilità per danno da prodotti difettosi, norme settoriali e legislazioni nazionali, ma non sempre è possibile adeguare il quadro legislativo vigente anche ai nuovi sistemi di IA.
Oggi sappiamo, infatti, che il produttore è responsabile dei danni causati da un prodotto difettoso. Ma nel caso di sistemi basati sull’IA (come quelli delle auto a guida autonoma) potrebbe essere difficile riuscire a provare in giudizio che il prodotto è difettoso, dimostrare il danno cagionato e il nesso di causalità tra difetto e danno.
Inoltre, nel caso di alcuni tipi di difetti, ad esempio per quelli risultanti da carenze della cybersicurezza, non è chiaro come e in che misura si applichi la direttiva sulla responsabilità per danno da prodotti difettosi.
In attesa del tanto annunciato quadro normativo, il parlamento Ue ha adottato tre risoluzioni che costituiscono un primo approccio a una regolamentazione dell’IA più efficace:
– A9-0176/2020 sul diritto di proprietà intellettuale, rilascio di licenze e nuovi processi creativi;
– A9-0178/2020 sulla responsabilità civile per danni e pregiudizi arrecati da sistemi di AI;
– A9 -0186/2020 sui presìdi etici che le applicazioni di IA dovranno garantire per assicurare sicurezza, trasparenza, responsabilità sociale e ambientale e, infine, rispetto dei diritti fondamentali.
La presidente della Commissione UE ha confermato che il quadro giuridico europeo vedrà la luce ad aprile.
Le aspettative sono molte, sia in termini di tutela dei diritti, che di possibilità per l’Europa di influire in maniera determinante sui nuovi equilibri geopolitici e commerciali internazionali.