“Per questo motivo, quando lo scorso anno ho scritto la mia ‘La Faccia e il Cuore’, ho voluto collegare l’immagine di una donna sfregiata da una violenza subita alla certezza di trovare “ancora un fiore dopo la tempesta. Essere un cantautore significa anche assumersi la responsabilità di ciò che si scrive : proprio per questo motivo ho accettato l’invito della redazione della rivista ‘Caffè Moda Rinaldi Magazine’ di aderire al progetto ‘C’è ancora un fiore…’, per ricordarci che l’ 8 marzo vale tutto l’anno e che i fiori vanno innaffiati tutti i giorni. Anche in carcere, dove apparentemente i fiori non crescono, dove la libertà sembra un’utopia ma il diritto di festeggiarla resta sacrosanto. É importante abbattere concettualmente i muri, le barriere che sono state erette per la mancanza di rieducazione alla vita, il vero vuoto tra fuori e dentro la casa circondariale, tra il presente che queste donne vivono e il futuro che le attende. Suonare e cantare per queste donne recluse, fuori dal portone di ingresso del carcere, é stato per me come creare un ponte tra loro e l’esterno, per unirci in un unico sorriso di emancipazione e stringerci in un abbraccio immaginario. Ringrazio di cuore Don Riccardo Agresti e tutta la casa circondariale femminile di Trani per aver appoggiato l’iniziativa fin da subito e per aver scelto “La Faccia e il Cuore” come manifesto per quelle donne che non devono e non possono mai abbassare la guardia, neanche l’ 8 marzo. Auguri a tutte Donne!“, dice il cantautore salentino Antonio Maggio parlando del progetto “C’E’ ANCORA UN FIORE – Una giornata senza barriere per tutte le donne”.
A fargli da eco Don Riccardo Agresti,Parroco della Casa Circondariale Femminile di Trani che dichiara : “Questa iniziativa é una bella finestra che si è aperta sul carcere femminile perché si focalizza l’importanza della donna in un contesto di lacerazione interiore, proprio nella Giornata in cui si festeggia. Una donna commette reati perché ha avuto reazioni fuori dalla sua portata di maternità, statisticamente entra di meno in carcere rispetto agli uomini, e se ci entra e perché ci sono stati squilibri interiori. Il progetto “C’è ancora un fiore…” é estremamente meritevole perché, attraverso uno strumento universale come la musica che penetra all’interno dell’anima, da la possibilità di rimettere in vibrazione quelle che sono le corde del cuore per dire a tutte le donne ‘alzati, perché tu sei la fonte della vita’ “.
“In occasione del nostro 40esimo anniversario di attività, abbiamo ritenuto importante sostenere questo progetto di sensibilizzazione contro la violenza verso le donne, a maggior ragione in questo secondo anno di emergenza sanitaria, appoggiamo con entusiasmo il progetto ‘C’è ancora un fiore…’, così come restiamo aperti nel sostenere tutte le iniziative di forte impatto e spessore sociale”, aggiunge Gianluca Pecchini, Direttore Generale Nazionale Italiana Cantanti.
Andrea Calandra