Il nuovo Decreto legge (n.44/2021) emanato dal governo Draghi è colorato di un sorprendente e
quanto mai contraddittorio “aperturismo” decidendo sul ritorno in presenza, di milioni di alunni
e docenti, anche in zona rossa.
La decisione è presa mentre ci troviamo in una situazione di altissimo allarme pandemico ed il
Ministero della Salute rende noto che in Europa l’Italia ha il numero più alto di vittime 107.933
(Fonte Dashboard ECDC, 01 Aprile 2021).
In soli due giorni di aperture nel Lazio, due classi di una scuola in quarantena (la Repubblica
del 04 aprile 2021)…
Sembra di vivere una dimensione surreale: il Governo, in questo momento, anziché avvertire
l’urgenza di programmare e prevedere misure concrete di mitigazione, soprattutto per il
comparto scolastico (efficientamento sistema di trasporti, testing e screening costanti e
tempestivi, contact tracing adeguato ed efficace, dispositivi di protezione e distanze adatte a
contrastare il contagio da variante inglese Sars-Cov2, molto più contagiosa e diffusibile,
sistemi di areazione, assunzione di personale, interventi di riqualificazione edilizia etc.);
anziché pensare di ridurre l’intasamento degli ospedali che in molte Regioni Italiane sono al
collasso, di converso decreta, a valori di contagi molto alti e con urgenza, il ritorno in presenza,
anche nelle zone rosse, per milioni di alunni (i più piccoli) e docenti.
La scuola, quindi, è sicura, ma solo per i bambini da 0 a 13 anni …. per gli altri studenti,
invece, conviene sbarrare i cancelli!
La scuola è sicura in classi in cui sono stipati per circa sei ore venti bambini in media, mentre le
attività commerciali che hanno investito i propri risparmi per adeguarsi alle normative
anticontagio e malgrado gli ingressi contingentati, sono sospese e/o limitate, ormai da così tanto
tempo che sono sull’orlo del fallimento.
Vi è di più, è di ieri la conferma del fatto che “sui mezzi pubblici il virus circoli liberamente” il
comando Carabinieri per la Tutela della Salute, d’intesa con il Ministero della Salute, ha
avviato una campagna di controllo a livello nazionale sui mezzi di trasporto pubblico: “sono
stati rilevati 32 casi di positività per la presenza di materiale genetico su linee di trasporto
pubblico di Roma, Viterbo, Rieti, Latina, Frosinone, Varese e Grosseto” (Orizzonte scuola 6
Apr. 2021).
A questa miscellanea va ad aggiungersi che non tutti i docenti e personale scolastico hanno
ottenuto neppure la prima dose del vaccino e solo lo 0,86% ha ricevuto entrambe le dosi (fonte
Presidenza del Consiglio dei Ministri); tuttavia si è deciso comunque che milioni tra docenti e
personale ATA devono rientrare in presenza.
Il caos vaccinazioni in molti regioni Italiane sta ingenerando notevoli e gravosi ritardi della
campagna in atto.
Questo accade in Italia, mentre nel Regno Unito, nazione in cui con encomiabile speditezza,
procede la vaccinazione , si è ritornati in presenza solo dopo molte settimane di chiusura (per
consentire lo svolgimento della campagna vaccinale) e con i contagi in calo. In Francia invece
Macron, ha annunciato qualche giorno fa la chiusura di alcuni cicli scolastici rinunciando alla
politica aperturista tout court, che presumibilmente non ha prodotto i risultati auspicati.
In questa delicatissima fase è obbligatoria l’osservanza dei dati scientifici, leggi inderogabili,
per tutti, in primis per chi ha la responsabilità di governare e decidere.
In questo momento è necessario sostenere e promuovere tutte quelle misure, concrete, che ci
consentano di uscire presto da questa tragedia.
Non esiste il rischio zero ma è un sacrosanto diritto chiedere e ottenere, con altrettanta urgenza,
misure volte a ridurre validamente il rischio da contagio.
Ecco perché il CNSS reitera con vigore, l’ennesima istanza al governo centrale e ai governatori
locali: programmare e attuare misure di mitigazione concrete per il comparto scolastico e nelle
more, consentire alle famiglie, che intendano farne richiesta, la possibilità di usufruire della
didattica digitale. Il Governatore Emiliano in Puglia, con lungimiranza, ha emesso un’ordinanza
dall’alto contenuto garantista, consentendo a tutti quei genitori, che a ragion veduta sono
preoccupati per un rientro in presenza dei propri figli, di scegliere temporaneamente, la
modalità didattica meno rischiosa.
Il provvedimento menzionato non solo rispetta in pieno il dettato costituzionale che tutela
attraverso l’obbligo, l’istruzione per alcune categorie di alunni ma, al contempo assume un
importante significato di considerazione e protezione sociale, ascoltando il monito di alcuni
cittadini, preoccupati e per certi versi disperati, fino a prospettare il mancato rientro in classe
dei propri figli!
Chi è lontano dalla realtà quotidiana, circostanza comune a molte poltrone, non conosce i disagi
sociali che questo periodo emergenziale ha ingenerato e continua a causare nella collettività.
Ma perché si tarda ad investire nelle misure di mitigazione per la scuola?
Bisogna urgentemente intervenire rivedendo la decretazione che più che d’urgenza
sembrerebbe dilatoria, di sperimentazione e “abusata” se si considera il divieto di reiterazione
della decretazione d’urgenza, cristallizzato, in alcune pronunce, dalla Corte Costituzionale oltre
che, nella legge n. 400/1988, che disciplina l’attività del Governo definendone gli ambiti, posto
che il fondamento della democrazia è: la distinzione tra il potere legislativo e quello esecutivo.
Crediamo ancora nella democrazia e “in democrazia nessun fatto della vita si sottrae alla
politica”.(Gandhi)
Anna Rovito Presidente Nazionale CNSS