È cambiata altresì la percezione del nostro tempo e ci siamo dovuti in qualche modo adattare e ingegnare, tipico poi di noi italiani. Scopriamo allora questo nuovo tempo, per esorcizzare anche un po’ la paura di fronte a questo “sconosciuto” nemico. Per non arrenderci, per continuare a combattere questa guerra con tutte le nostre armi, per cercare di sostenere anche con le nostre storie gli eroici “soldati” che combattono in prima linea, in primis i nostri dottori e infermieri. Per scoprirci e riscoprirci raccontiamoci, attendendo tempi migliori.
Oggi lo facciamo con La Dott.ssa Alessandra Vernacchia infermiera legale forense specializzata in Wound Care Ha scritto diversi articoli su riviste sanitarie a carattere specialistico. Autrice del sito: «Il dito nella piaga». Si occupa di sviluppare la parte clinica, nella sua Azienda di riferimento, confrontandosi con gli Opinion Leader del settore e con le nuove figure che si approcciano al mondo della prevenzione e trattamento delle lesioni. Autrice di diversi ebook in tema di Wound Care a favore del caregiver e degli addetti ai lavori. Una vita professionale dedicata al Wound Care e alle corrette tecniche assistenziali basate sulle nuove linee guida e documenti di posizionamento esistenti. Membro fondatore del progetto wulnotech .Ci racconti come nasce l’idea di questo progetto…..“Durante la pandemia il mio cellulare è stato protagonista di continue richieste di aiuto. La popolazione Barese (e non solo) ha subito un vuoto assistenziale da parte degli operatori sanitari, concentrati nella lotta all Covid 19. L’assistenza domiciliare ha subito un forte rallentamento e la chiusura di reparti specialistici ha portato l’utenza alla più completa disperazione. Confrontandoci con i colleghi, Ivan Santoro di Bergamo e Sonia Silvestrini di Roma, ci siamo resi conto di essere tutti nella stessa barca. Le persone ci ricercavano tramite internet, facendo riferimento ai vari articoli scritti e ad i vari post su Fb, Linkedin etc. Così abbiamo deciso di realizzare Wulnotech ® un progetto di formazione rivolto non solo agli addetti al lavoro, ma anche ai care giver. Abbiamo aiutato diverse famiglie a risolvere un problema che tuttavia ha molto di sommerso.”
Cosa significa Wound care? “L’espressione Wound Care è formata dai due termini di lingua inglese : “Wound” che significa “ferita” e “Care” che potremmo tradurre in italiano nel “prendersi cura di qualcosa o qualcuno” quindi “assistenza a persone con problemi di lesioni cutanee”. E’ naturale associare la cura alla professione Infermieristica in quanto, per definizione, l’infermiere è “colui che assiste, che si prende cura del malato…”. Ed è da qui che il nostro primo Webinar ha preso il nome. “La cute esige rispetto”. Purtroppo nella nostra quotidianità spesso ci dimentichiamo che la nostra pelle è un organo e la sottoponiamo a diversi stress. Inoltre, esiste poca cultura in tema di prevenzione delle Lesioni. In genere si interviene quando il danno si è già presentato.”
Di cosa si occupa esattamente l’Infermiere specialista in Wound Care?”L’infermiere specialista in Wound Care è il professionista che ha conseguito il Master unversitario, riconosciuto dallo stato Italiano ed in grado di gestire le lesioni cutanee dalla prevenzione alla cura, sempre (o quasi) integrato in un team multidisciplinare. Tuttavia, aver conseguito un Master Universitario non significa essere in grado di agire senza avere dei dubbi. E’ necessario il continuo studio ed aggiornamento. La conoscenza approfondita delle azioni da mette in atto per la prevenire l’insorgenza di tali lesioni, delle metodologie di cura, delle medicazioni e dei dispositivi innovativi, ci porta ad un costante perfezionamento. Inoltre la ricerca scientifica si aggiorna rapidamente anche grazie ai nuovi mezzi di comunicazione. Il web ci consente quasi in tempo reale, di fruire di studi la cui diffusione in altri contesti avrebbe richiesto anni. Nella pratica quotidiana, l’utilizzo di evidenze scientifiche, ossia del risultato dei più attuali e autorevoli studi di ricerca e sperimentazioni cliniche, rendono sempre di più mirati gli interventi di prevenzione e trattamento delle lesioni cutanee. Il principio èefficacia efficienza,riproducibilità e personalizzazione. Ma vi posso assicurare che serve soprattutto molta pratica.”
A seguito del successo relativo al vostro primo webinar la cute esige rispetto, si sente si rilasciare qualche anticipazione relativa a quello del 17 aprile?”Il successo è stato decretato dal pubblico che ci ha seguito e dai circa 400 accessi fuori registrazione che si sono collegati al Webinar. Il nostro intento è “PARLARE UNA LINGUA COMUNE” per comprendere di cosa stiamo parlando e quindi uniformare la comunicazione. Purtroppo come in tutti i percorsi formativi, il sapere detenuto dal docente potrebbe essere non veicolato in maniera adeguata. Molte informazioni possono essere distorte. Il nostro impegno è basilare. Uniformare le informazioni e veicolarle nella maniera più corretta. Il 17/4 parleremo di nutrizione. Un argomento particolarmente delicato. Con l’esternalizzazione del servizio mensa, è difficile avere un pasto decente in ospedale. Inoltre, negli anziani, non si tiene conto dei problemi legati all’edentulia o a protesi talmente mobili che rendono difficile la masticazione. Un paziente con lesioni cutanee necessita di un supporto alimentare che gli consenta di assimilare dei nutrienti necessari e fondamentali per il processo di riparazione. Nutrienti difficili da ingerire con i pasti, in quanto presenti in cibi che solitamente non vengono somministrati in ospedale. Mi capita spesso di osservare diete confezionate per tali pazienti, in cui viene inserito l’Omogeneizzato pediatrico a soluzione dei problemi masticatori. Ma l’omogenizzato è formulato per neonati/bambini che pesano pochi chili rispetto ad un anziano e quindi hanno un apporto nutrizionale assolutamente inadeguato.”
Quali saranno i progetti futuri che Wulnotech vorrà realizzare?”Al momento ci limitiamo alla formazione. Considerando che entrambi lavoriamo, quindi il nostro impegno è limitato al tempo libero che sottraiamo alla famiglia ed al nostro sociale per la professione.
Abbiamo diversi progetti nel cilindro, ma preferiamo non destare false attese. Tutto deve essere commisurato alle nostre possibilità. Sicuramente ci piacerebbe coinvolgere altri colleghi in senso ampio, perché peroriamo la multidisciplinarietà. Ognuno di noi, con il proprio bagaglio esperenziale ci può arricchire.Vorremmo fare “RETE” sul tutto il territorio nazionale. Dare indicazioni precise all’utenza che non riesce a reperire informazioni. Ma è anche bello sottolineare che il nostro sito “Il dito nella piaga” ha un 20% di lettori esteri. Ci seguono da Egitto, America, Portogallo e dai paesi dell’Est. Questo è un segnale forte, ad indicare che stiamo perseguendo la giusta strada.”
Dott.ssa Emanuela Maria Maritato