Un numero pletorico di leggi nazionali, sovranazionali, convenzioni europee, sentenze della Corte di Cassazione che confliggono con l’applicazione delle norme al caso concreto.
Fonti statistiche e esperti autorevoli segnalano un giro d’affari sui minori, sulle case famiglia ed in generale sugli affidi illeciti sia di 5 miliardi il ricavo annuo delle case famiglia oltre 2 miliardi l’indotto, ma se si contabilizzano gli introiti di tutte le aggregazioni di associazioni ONLUS, cooperative, istituti religiosi, centri di ascolto pare che si superano i 12 miliardi l’anno. Una infanzia negata, una adolescenza ferita per essere stati espropriati dal nido nativo con quella ferocia tipica degli estranei che si intestano il bene degli altri forti di un narcisismo istituzionale tanto incapace quanto crudele. L’autenticità del rapporto biologico, geneticamente determinato tra madre e figlio viene violato.
E’ qualche anno che si parla e si documentano fatti di cronaca allarmanti che sconvolgono l’opinione pubblica, pure se maltrattamenti e mutilazioni sui minori risalgano ad un passato remoto, ma ultimamente stanno emergendo prepotentemente con il coraggio di pochi, ora di molti, verità inenarrabili, storie di vere e proprie torture di figli sottratti ai genitori biologici ed infoibati in strutture fatiscenti, inagibili, con personale non solo inidoneo ma votato all’illecito.
Non si tratta solo del sapore dei soldi, di imporre il dominio sugli altri, ma si lede il bene supremo, dei sentimenti più intimi, degli affetti, viene vulnerata la conservazione della specie umana, oltraggiato il mistero delle nascita, sfregiato il bene più importante, ossia quello dell’amore dei figli.
Numerose conferenze stampa organizzate dai partiti dei vari schieramenti politici, manifestazioni, webinar (giudici ed esperti di diritti di minori a confronto) requisitorie (come l’ultima della Sostituta Procuratrice Generale presso la Suprema Corte di Cassazione la Dott.ssa Francesca Ceroni (Cassazione requisitoria Sost. Proc. CERONI), che da oltre un decennio è protagonista nel sensibilizzare magistrati e avvocati al rispetto anche delle leggi della biologia), sentenze ed ordinanze (Cassazione 13217_2021) della Suprema Corte di Cassazione, il Garante dell’infanzia dell’Abruzzo Avv. Maria Concetta Favilene con la sua proposta di legge, stanno mettendo sotto attacco un sistema delle giustizia minorile, meglio un sistema di pedagogia sociale per i minori obsoleto ed inadeguato, che frutta lauti profitti, una “miniera d’oro” a basso costo ed alti redditi sulle lacrime di innocenti bambini.
Tutto ciò evidenzia reiterata violazione delle normative, mancanza di contraddittorio, utilizzo di costrutti ascientifici all’interno dei tribunali, delle sedi giudiziarie ed extra giudiziarie, che la funzione del giudice peritus peritorum non riesce ad arginare.
Un sistema semplice, “geniale”, frutto di accordi illeciti che tiene sotto minaccia e rappresaglie famiglie intere per anni ed anni, a volte fino al compimento del 18esimo anno di età del proprio figlio.
E’ sufficiente una semplice segnalazione da parte di un vicino, un medico, una istituzione scolastica, una richiesta di aiuto rivolta ai servizi sociali (anche economica), una falsa denuncia, una semplice separazione o divorzio (anche consensuale) ed ecco che si mette in moto un’organizzazione infernale, che reclama di essere l’unica depositaria del “supremo interesse del minore”! Ma è così?
Per ottenere il risultato a seguito della segnalazione, i genitori o un genitore viene prima sospeso della responsabilità genitoriale per futili motivi (perde il potere decisionale sul proprio figlio), segue la nomina di un tutore, il minore viene affidato ai servizi sociali. Poi viene nominato un curatore speciale che dovrebbe essere l’avvocato del minore nel processo. Inoltre, viene nominato un educatore che partecipa alla vita nella casa dove vive il bambino, praticamente annullata la vita anche in casa propria. L’educatore prende circa 540 euro al mese. I genitori precedentemente incaricano uno o più avvocati, molti dei quali arrivano a chiedere anche 30 mila euro per una causa. Un genitore che perde un figlio quando ha denaro, è disposto a spendere qualsiasi importo per proteggerlo o riportare a casa il proprio o i propri figli.
Il Giudice nominata la CTU (consulente tecnico d’ufficio), le parti nominano i propri rispettivi consulenti (due CTP, in sostanza per difendersi). Non parliamo di parcelle delle CTP che arrivano anche a circa 30 mila euro. Le CTU spesso impongono un percorso genitoriale in alcune associazioni, spesso in conflitto di interesse con gli stessi giudici o CTU, quindi il risultato è già scontato. 80/100 euro ad incontro per mamma, padre, figlio, 2, 3 volte alla settimana, un conteggio matematico facile, facile. Il curatore speciale spesso è in gratuito patrocinio, paga lo Stato, ossia i cittadini.
Facendo un semplice conto, un curatore speciale per un solo caso in 6 anni ha incassato 55 mila euro, spesso per mandare il minore in casa famiglia. Quanti minori sono affidati alle c.d. figure istituzionali?
Un avvocato difensore chiede anche 35/50 mila, i responsabili delle case famiglia percepiscono dai 100 a 400 euro al giorno a bambino. I conti sono facili.
Il gioco è semplice. Vengono redatte delle relazioni inviate al giudice dai servizi sociali ed altre figure sempre nominate dai giudici, i due genitori o il singolo vengono diagnosticati ”non collaborativi, destabilizzanti, conflittuali, ostativi, simbiotici, atteggiamenti di pregiudizio per il minore”, ma nonostante non vengono elencati, per la maggior parte delle volte, quali sarebbero questi comportamenti “pregiudizievoli” per i figli, la figura di un genitore viene totalmente travisata, ribaltata. Le relazioni contengono illegittimamente richieste di allontanamento del minore dalla propria famiglia e dal luogo sono nati e cresciuti.
Se non motivano le accuse, nessuna difesa può essere messa in atto. Di cosa rispondo se non esiste una accusa certa? Accusano i genitori, per la maggior parte la mamma di PAS, nonostante sia un costrutto ascientifico.
A quel punto gli accordi possono essere due o le vittime sono i due genitori con i propri figli dai quali vengono allontanati, oppure l’accordo stabilisce che uno dei due genitori, per percentuale è la donna vittima di violenza assieme ai propri figli, che viene allontanata dal figlio/a, in perfetto accordo con il maltrattante, in un perfetto accordo tra diverse “figure professionali”.
Sovente nelle perizie (per l’impellenza del copia-incolla troviamo anche nominati errati, un “prestampato per tutte le stagioni”!) “motivano” un allontanamento sulla base di un possibile “rischio psicopatologico”, appunto possibile rischio, diversamente recarsi in 8, addirittura in 30 persone per alzare di peso un bambino, strapparlo dalle braccia dei genitori, tra urla e pianti disumani, ebbene questo è un maltrattamento ed una violenza reale a tutti gli effetti. Parlano, quindi, di rischi possibili, ma oggettivamente traumatizzano i bambini e li segnano per tutta la vita.
Se l’azione parte da un uomo violento, cosa ci guadagna in termini economici?
Risparmia e specula con le condanne alle spese processuali che vengono inflitte alla ex moglie.
Sovente è l’uomo violento ad attivare il progetto devastante, risulta dalle percentuali, ma accade anche ad ex mariti che vengono massacrati dalle ex mogli e ridotti al lastrico.
Quando il giudice della separazione o del divorzio impone incontri protetti, oltre al versamento del mantenimento, della rata del mutuo o della locazione della casa coniugale così come le spese straordinarie per il proprio figlio, spesso chiedendo il collocamento in casa famiglia per lo stesso figlio, al fine di risparmiare i sopra indicati pagamenti.
Nella sede penale, invece, se a seguito di denunce totalmente infondate viene chiesto un risarcimento danni da 100 mila euro ad un milione di euro e, quindi, il risultato economico è “assicurato”.
Se una dei due genitori propone continue conciliazioni per l’interesse del proprio figlio e porre termine a lunghe e devastanti lotte giuridiche dove soprattutto il minore ne subisce le conseguenze, come si comportano le figure istituzionali?
Con il silenzio, con il rigettarle. Di fronte ad un genitore che chiede numerose volte di crescere insieme all’altro genitore il proprio figlio senza limiti di tempo e di ore “vedi tuo figlio/a anche tutti i giorni”, si dovrebbero accogliere le richieste e punire il genitore che non collabora.
Invece, la mancata interruzione dei procedimenti consente a tutti gli attori del sistema lauti vantaggi, non solo economici.
Come funziona il “sistema”?
Chiedono il collocamento in casa famiglia per il proprio figlio, una volta ottenuto per il sistema che abbiamo ampiamente documentato, sospendono il pagamento del mantenimento, della locazione o delle rate del muto (o locazione) della casa coniugale dove il minore era stato collocato su decisione del giudice, e tutte le spese straordinarie.
Le donne generalmente denunciano i mancati pagamenti sia al tribunale ordinario (che ignora) e sia alla Procura della Repubblica, ma le denunce vengono archiviate oppure arrivano alla prescrizione, così la donna perde, oltre al figlio/a la casa, alcune somme che magari aveva messo da parte durante la vita lavorativa e l’ex marito risparmia migliaia di euro.
La ex moglie perde tutte le proprietà e fa debiti per fronteggiare tutte le spese che il “tribunale” le richiede, restando indebitata e senza possibilità neppure di difesa.
Il regime al 41 bis dei bambini
Accade che il bambino o la bambina viene messa al regime carcerario del 41 bis. Abolita la pratica dello sport, incontri con amici e parenti, isolamento con sequestro del cellulare per impedire ogni “fuga di notizia”, nessuna gita scolastica, solo divieti ed imposizioni che per legge non possono essere disposti. Ma il motivo? E’ chiaro, ma comunque dovrebbero risponderci quelle figure istituzionali che addirittura ricattano i bambini al fine di imporgli incontri con i genitori di cui hanno terribilmente paura: “ lo sport e gli incontri con i tuoi amici sono collegati con gli incontri con tuo padre”!
In sostanza se incontri tuo padre che temi (sotto torture), allora inizio a restituirti parte della tua esistenza che ti ho negato, come si chiama questo?
Ai posteri e a tutti noi, l’ardua sentenza.
Di Giada Giunti