La Cisl Medici Lazio è consapevole dell’importante lavoro svolto nel Lazio. C’è però un altro lato della medaglia che incombe sulla salute pubblica.
«Abbiamo assistito all’allargarsi ed al restringersi delle indicazioni sulle fasce di età. Abbiamo assistito agli open day con il coinvolgimento dei giovani, attirati dalla riconquista della libertà col certificato vaccinale. Abbiamo assistito al tentativo di ricomprendere tra i candidati alla vaccinazione anche gli adolescenti tra i 12 e i 15 anni. Abbiamo assistito alla gara tra aziende sanitarie a chi vaccinava di più nel tentativo di apparire il più bravo agli occhi dei decisori politici. Abbiamo visto foto stucchevoli, autoreferenziali, di autocompiacimento.
È giunto il momento di guardare con attenzione a cosa sta accadendo nelle Asl e nelle Aziende ospedaliere dove molte decisioni hanno trovato facile “giustificazione” nella emergenza Covid. Decisioni che hanno favorito e determinato l’allungamento delle liste di attesa per le patologie non-Covid per le quali ci si continua ad ammalare e a morire.
Non tutto deve essere giustificato dallo stato di emergenza epidemiologica Covid-19. Certamente non possono essere giustificati incarichi professionali remunerati con cifre neanche immaginabili agli occhi del comune cittadino.
Assessore D’Amato è il momento di avviare quel confronto che la Cisl Medici ha sempre chiesto senza mai ottenerlo».
Francesca Ruggiero