Avanti tutta, inarrestabile la mobilitazione per la difesa delle donne, ma soprattutto dei minori vittime di violenze due volte, dei padri violenti (alcuni) e delle c.d. figure istituzionali. Una adolescenza fatta di paure, minacce, incontri protetti (??), divieti, terrore di essere allontanati dal genitore che amano.
Dalla requisitoria (Cassazione requisitoria Sost. Proc. CERONI) (leggi anche) della sostituta procuratrice della Corte di Cassazione la dottoressa Francesca ceroni, dalla sentenza della stessa Corte depositata in cancelleria il 17 maggio scorso (Cassazione 13217_2021) (leggi anche), un fiume in piena, conferenze stampa alla Camera dei Deputati, interrogazioni parlamentari, manifestazioni a Montecitorio.
Una Montecitorio quella del 17 giugno gremita di mamme, donne che lottano per la difesa dei diritti alla vita affettiva ed alla relazione biologica madre figlio. Audio di bambini sequestrati dall’abbraccio dei genitori con metodi nazisti, interventi superlativi delle personalità presenti hanno commosso fino alle lacrime.
Una presenza eccellente quella di Susanna Camusso, responsabile nazionale del Comitato pari opportunità della Cgil, la presidente della commissione d’inchiesta sul femminicidio ed altre forme di violenza la senatrice Valeria Valente, Valeria Fedeli (ex ministro dell’istruzione), Elisa Ercoli, presidente, Differenza Donna, Michela Nacca, avvocata, Maison Antigone, Anarkikka, autrice, avvocato Voltaggio e molte altre ancora.
Parole proferite in difesa delle donne, ma soprattutto dei bambini anche Jakub Stanislaw Golebiewsk, presidente, Padri in Movimento. Significativa la sua presenza a testimonianza che non vi è contrapposizione di sesso quando il valore da tutelare sono i figli nati da una unione sentimentale che poi, purtroppo, il tempo potrebbe infrangere; ma questo non autorizza ad usare i figli come arma ferale nei confronti dell’ex coniuge.
Cosa c’è di così difficile dal comprendere che i figli vanno ascoltati, rispettati, amati e fatti crescere in un ambiente sereno e soprattutto di amore, protetti da qualsiasi tipo di violenza fisica e psicologica? Purtroppo non è da tutti comprenderlo, c’è il genitore che non lo comprende per uno spirito di contrasto e soprattutto di violenza nei confronti dell’altro ex coniuge, c’è il sistema corruttivo in cui un minore viene inglobato e “utilizzato” per scopi economici. Se un genitore non riesce ad costruire un rapporto affettivo con il proprio figlio dipende esclusivamente da mancanze o forme di violenza del genitore stesso, non di terze persone (le mamme) o addirittura del figlio che viene pure colpevolizzato.
Non dimentichiamo che sulle lacrime dei bambini il modus operandi ben strutturato parte dai 5 fino ai 12 miliardi di euro l’anno. (Minori “il sistema“)
Il sit-in è stato promosso da Cgil, il comitato “La Pas non esiste, ma il fatto sussiste” e Uil. Susanna Camusso: “l’uso di quest’affermazione antigiuridica in contrasto con libera volontà dei minori che dovrebbero essere tutelati dalle norme”. In piazza per chiedere l’immediata sospensione dei procedimenti di allontanamento di minori che si rifanno al censurato costrutto dell’alienazione parentale.”
(l’intervista) Camusso ai nostri microfoni
“Innanzitutto penso che un Paese civile debba aver presente che ormai è un tempo infinito che abbiamo capito e scoperto che i diritti umani sono una cosa fondamentale e che il primo soggetto che deve avere dei diritti sono i bambini e le bambine perché è il futuro, è la possibilità, e tutto. Ma soprattutto perché sono persone che hanno bisogno di essere tutelate e difese; non possono mai diventare l’oggetto del ricatto di rapporti tra altri o trattati come degli oggetti invece che come delle persone.
Dire che diritti umani sono dei bambini vuol dire che hanno diritto di parola, che devono essere ascoltati, che non si può immaginare che siano semplicemente condizionati o costretti a dei comportamenti che vengono inventati, perché tutto ciò che sta intorno alla Pas e alle sue varie divaricazioni e deviazioni è realtà. Come dire sono tutte teorie che non hanno alcuna ragion d’essere, che non hanno alcun fondamento e ormai è stato ampiamente dimostrato che non hanno fondamento, però servono tutte a sostenere che i bambini non vanno ascoltati, che non hanno diritto di parola e che si può disporre di loro come se fossero delle cose.
Una società che dispone in questo modo dei bambini e delle bambine è una società che non ha futuro.
Però sono qui anche per un’altra ragione, perché io penso che il livello di oppressione che si è ripreso ad attuare nei confronti delle donne, la colpevolizzazione, la penalizzazione, la vittimizzazione sono tutte modalità per riaffermare un dominio e un contrasto al fatto che invece le donne hanno giustamente la loro libertà, la loro autonomia, la loro indipendenza, la loro capacità di mostrare come sono, di non dover dipendere ed essere come gli altri ci vogliono. Quindi credo che ci sia un tema che riguarda la libertà dei bambini ma c’è uno straordinario tema che riguarda la libertà delle donne”.
Susanna Camusso ha ascoltato con attenzione, consapevolezza ed emozione ogni intervento, dal primo all’ultimo, ogni parola di dolore, la sua presenza con è stata costante per tutta la durata della manifestazione, a lei un sentito grazie.
Vedere mamme che si riconoscono nella piazza con il solo pronunciare il proprio nome di facebook, vederle abbracciarsi anche se non si conoscono, vederle stringersi con le lacrime, vederle che si capiscono anche con un semplice sguardo, scalda il cuore, ma lo trafigge anche; unite nel dolore.
Alla manifestazione: Articolo Uno, Casa delle Donne di Roma, Comitato Madri Unite Contro La Violenza Istituzionale, Differenza Donna Onlus, DirRe – Donne in rete contro la violenza, DonnexDiritti Network, Maison Antigone, Padri in Movimento; Rete dei Telefoni Rosa. Interverranno: Anarkikka (autrice), Susanna Camusso (Cgil), Luisa Betti Dakli, (giornalista, DonnexDiritti), Elisa Ercoli (presidente, Differenza Donna), Chiara Franceschini (attivista, Lucha Y Siesta – DiRe), Andrea Mazzeo (medico psichiatra), Michela Nacca (avvocata, Maison Antigone), Jakub Stanislaw Golebiewski (presidente, Padri in Movimento), Giulia Vescia (avvocata, Lucha Y Siesta – DiRe), Ivana Veronese (Uil), Antonio Voltaggio (avvocato). Presenti anche rappresentanti del Parlamento.
“E’ necessario prendere coscienza che siamo in presenza di un fenomeno. Nei tribunali ordinari e minorili – dichiarano le promotrici – complice il proliferare di esose consulenze tecniche di ufficio che sposano il censurato costrutto dell’alienazione parentale, si dà ormai per assunto che quando un bambino, dopo la separazione, rifiuta la relazione con uno dei due genitori, la responsabilità è sempre dell’altro che ne ha condizionato il sentire. La prassi prevede che un’ordinanza del giudice obblighi il minore ad accettare il genitore che rifiuta, spesso senza indagarne le ragioni, arrivando anche a togliere l’affidamento del minore al genitore “alienante” (tipicamente la madre) per darlo al genitore “alienato” (tipicamente il padre), direttamente o con trasferimento in casa-famiglia.
Un metodo che viola il diritto umano di ogni bambino al rispetto e alla tutela del proprio benessere psicofisico, oltre a far precipitare donne e minori in un calvario giudiziario ed economico senza fine, e a fornire uno strumento collaudato alla difesa di comportamenti abusanti o violenti”, concludono le organizzatrici.
L’alienazione parentale, declinata anche in sindrome della madre malevola, madre simbiotica, madre fusionale o conflitto di lealtà, è erede di quella Parental Alienation Syndrome (PAS) inventata dal controverso medico americano Richard Gardner nel 1985. Sopravvissuta al suo teorico, morto suicida, nel corso degli anni la PAS è stata censurata sia dal Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali sia dalla Organizzazione Mondiale della Sanità, e in Italia a più riprese anche dalla Corte di Cassazione che qualche settimana fa l’ha definita una pratica nazista (“tätertyp”). Nonostante ciò, ha attecchito e continua ad essere praticata nei tribunali come modalità di risoluzione degli affidi in cui vi è conflitto o violenza (spesso ridotta a conflitto).
In un manifesto in sette punti si chiede pertanto: 1) l’immediata applicazione della Convenzione di Istanbul che è vigente e ha valore costituzionale; 2) la limitazione delle Consulenze Tecniche di Ufficio (CTU), e il dovere del Giudice di valutare l’idoneità genitoriale applicando le norme costituzionali che proteggono i minori dalla violenza, comprendendo adeguatamente il senso degli atteggiamenti protettivi materni; 3) il divieto da parte dei giudici di emettere decreti di sospensione della responsabilità genitoriale o decadenza o allontanamento del minore dal suo ambiente familiare sulla base di costrutti non riconosciuti dalla scienza; 4) l’obbligo per il giudice di garantire sempre un giusto processo senza rifarsi a costrutti ascientifici come l’alienazione parentale che non comportano l’onere della prova 5) il rispetto da parte del giudice dell’obbligo di ascolto del minore; 6) il divieto assoluto di prelievi forzosi di allontanamento dalla famiglia di un minore, salvo nei casi previsti dall’art. 403 c.c.; 7) il divieto di insegnamento nei corsi universitari di costrutti non validati dalla scienza”.
Di Giada Giunti