Una mostra dove l’azione prende forma intorno all’abito, alter ego del corpo che lo indossa. Così Olivier Saillard – riconosciuto storico della moda, ex direttore del Museo Galliera di Parigi e fashion curator di fama mondiale, e Tilda Swinton, icona del cinema internazionale, insignita nel 2020 con il Leone d’Oro alla carriera, hanno ideato Embodying Pasolini, che sarà presentata in prima assoluta a Roma, negli spazi della Pelanda e del Padiglione espositivo del Mattatoio, in data 25 giugno 2021.
“Il racconto di Romaison sul legame fra il grande cinema internazionale e le eccellenze capitoline del costume e della moda prosegue con Embodying Pasolini: accogliamo in città Tilda Swinton e Olivier Saillard, che ci incanteranno con una performance sorprendente. Roma si conferma Capitale di una creatività unica al mondo, frutto della sintesi perfetta fra tradizione e innovazione”, dichiara la sindaca Virginia Raggi. Annunciato già nell’ottobre 2020, l’attesissimo evento si inserisce nel programma di Romaison, progetto dedicato al rapporto tra il costume e la moda, fortemente voluto dalla sindaca di Roma Capitale Virginia Raggi, con l’organizzazione di Zétema Progetto Cultura e curato da Clara Tosi Pamphili, storica della moda. Romaison si è configurato come un percorso di valorizzazione e studio delle produzioni degli atelier di costume romani e dei loro incredibili archivi di capi originali. Dalla grande mostra allestita al Museo dell’Ara Pacis lo scorso autunno, all’itinerario cittadino di proiezioni video architetturali “Streetview”, all’intensa programmazione web di approfondimenti tematici, tuttora disponibili sui canali ufficiali social Instagram e Facebook @romaisonproject.
Circa quaranta abiti disegnati da Danilo Donati per i film di Pier Paolo Pasolini, realizzati e tutt’oggi custoditi dalla Sartoria Farani, e una selezione di forme di legno del Laboratorio Pieroni, utilizzate per creare i cappelli indossati nei film del regista, che caratterizzeranno come presenze misteriose lo spazio dell’atelier, sono l’ideale punto di partenza da cui nasce e si sviluppa Embodying Pasolini, nella drammaturgia creata da Saillard e Swinton. Dal Vangelo Secondo Matteo, a Uccellacci e uccellini, Edipo Re, Porcile, Il Decameron, I racconti di Canterbury, Il fiore delle Mille e una Notte, fino a Salò o le 120 giornate di Sodoma, i costumi – vestiti, cappotti, come fragili opere di fili intrecciati e tinti – ricreano una cinematografia “svuotata” dai corpi degli attori, su cui l’azione performativa interviene. Quasi come fossero prigionieri di uno status monumentale, ridotti al silenzio – alcuni mai più stati neanche mostrati dopo le riprese – gli abiti saranno soggetto e oggetto di una pratica evocativa, attraverseranno il tempo della performance, a cui il pubblico è invitato ad intervenire. Sarà Tilda Swinton a provare i costumi citati, a saggiarne consistenza e memoria dandogli corpo, non ricreando il ruolo al quale sono stati deputati, ma la mancanza, l’assenza, suggerendo il contrasto tra potenza e atto. “Sta a lei- scrive Olivier Saillard- raccontare nei buchi e nei vuoti di una manica cosa fosse un dialogo, uno scambio di attori, una scena”.
Arianna Calandra